E’ in cammino un nuovo progetto, per portare fuori dalle mura del carcere un’altra voce. Quella di Mario Trudu, uno dei testimoni di “Urla a bassa voce”, ricordate? quello in carcere da 32 anni, e ora sono già 33. Leggendo l’autobiografia che ha scritto in questi anni, ne anticipo un pensiero dal risvolto di copertina del volume che in carcere ha stampato, con tanto di foto e disegni. “Per decenni dentro una cella a sognare quei luoghi conosciuti da ragazzo, luoghi pieni di luce allegria e lavoro, sono riuscito attraverso le immagini che la mia mente produceva e continua a produrre, a distrarmi dal male che mi circonda, anche quando ho vissuto in una cella buia… riuscivo lo stesso a vedere il sole, e le immagini che la mia mente produceva sono talmente cariche che a volte dovevo chiudere gli occhi per non accecarmi”… E’ stata l’immagine che più mi ha colpito, spero la biografia possa diventare un libro, anzi , ne sono certa… così pieno di “accettate” ( se permettete cito Kafka), per “il lago ghiacciato della nostra anima”.