A proposito de “Il sogno di Cora”, il racconto di Emanuela Nava, a proposito di fiabe… l’accorato intervento di Vittorio da Rios …
“Come non ringraziare due figure di donne e intellettuali della caratura e sensibilità culturale e umana espresse da Emanuela e Francesca? La potenza delle fiabe è universalmente conosciuta da secoli oramai. Ma ora nell’era atomica, post moderna dentro il paradigma inedito “catastrofale” odierno, la potenza delle fiabe può dare un notevole contributo, non solo a superare contesti esistenziali quotidiani di estrema sofferenza e disagio che una infinità di infanzia soffre, per causa e responsabilità, “DEI CRIMINI DI SISTEMA”, quanto costruire quello che Balducci definiva l’uomo nuovo inedito ancora nascosto ma che sta lentamente emergendo, e le fiabe ne stanno incentivando la definitiva nascita. Utopia? Pensare alla formazione di un nuovo paradigma oltre la “cultura” della tribù bianca sia mera presunzione nel tentativo di dare futuro alla umanità liberata da violenza, sopraffazione moderne schiavitù determinate da guerre e genocidi in cui l’uccidere a livello di massa dagli eserciti è garantito da adeguate legislazioni che ne danno legittimità e diritto, sia un inutile esercizio? L’ominide è irreversibilmente immodificabile, o è possibile modificare nella sua psiche quel comportamento che ne ha fatto da secoli e millenni portatore e causa di stermini e massacri a fini di potere e dominio? Einstein nel carteggio con Freud si pone questa questione, fondamentale dopo l’immane tragedia nazifascista e lo sganciamento dello bombe atomiche sulla popolazione giapponese: perché la guerra? Porta questo titolo il carteggio tra queste due enormi personalità del 900 con una straordinaria e profonda introduzione di Balducci. Mi è ricapitato tra le mani un notevole, ora quasi introvabile, testo che recuperai assieme a altri 800 volumi rappresentati dalla biblioteca di una professoressa di Mestre docente di scuole superiori, fortunatamente poco prima che andasse tutta perduta. Porto Marghera, le immagini 1900 1985 la storia. In questo testo vi è una foto che ho trovato struggente, quanto drammatica, che rappresenta una bambina di circa 8-10 anni con in braccio una bambina presumibilmente sua sorellina di 3-4 anni, seduta tra le macerie dopo il bombardamento del 1944 nei pressi della stazione ferroviaria per opera degli angloamericani. Colpisce oltre al vestire dimesso delle classe proletarie e povere, gli occhi di queste due bambine che guardano chi le stava ritraendo, lo smarrimento, il dolore, la solitudine, la tragedia imponderabile in cui si ritrovano a vivere la loro appena sbocciata esistenza, ne è drammaticamente espressa. Mi sto chiedendo quale sia stato il loro destino, se sono ancora vive. Dopo 76 anni i media ci mostrano foto di bambine e bambini nelle stesse drammatiche condizioni di quelle bambine di Mestre. Yemen, Afghanistan … per citare alcuni paesi in guerra da molti anni. Non è cambiato nulla quindi? La storia nulla insegna allora all’ominide? Continua ad avere memoria corta? Che perpetua violenza e morte organizzata su basi industriali per mantenere privilegi a pochi “la tribù bianca” poco più di un miliardo di esseri umani e ne affama miliardi. Le fiabe hanno un grande compito da sempre nella storia. Si pensi alle opere dei fratelli Grimm, ad Andersen, e al nostro grandissimo Gianni Rodari. Certo che rispetto all’epoca in cui scrissero Grimm e Andersen le condizioni storiche e sociali economiche, quanto ambientali sono radicalmente cambiate. Mutate di molto rispetto al tempo seppur recente in cui maturarono le opere dello stesso Rodari. Oggi noi tutti viviamo immersi nell’era iper tecnologica, robotizzata, in grado di produrre una infinità di molecole artificiali e di produrre la vita in laboratorio, si è costruito è bene sempre rammentarlo i media ufficiali nella loro “stoltezza asservita non ne parlano” del mostro tecnologico di potenza: finanziaria-armiera -consumistica oramai drammaticamente fuori controllo all’uomo stesso che non può che constatarne le immani e tragiche conseguenze su masse enormi di creature umane. Le fiabe oltre al compito di lenire ferite e sofferenze della infanzia, quanto negli adulti se sanno aprirsi il cuore, e di formare sensibilità nuove, una classe futura dirigente globale,”gli odierni bambine e bambine” che si ritrovino adeguati strumenti culturali-filosofici-economici in grado di gestire il futuro della umanità tutta, e le inedite e complesse sfide che l’umanità si ritrova. A loro il difficile compito di evitare sicura catastrofe per la terra e i suoi abitanti se non riequilibrare i rapporti con l’eco sistema, e rimodulare radicalmente i meccanismi finanziari-produttivi in modo da ripartire equamente la ricchezza prodotta, con la razionale consapevolezza che già verso il 2050 gli abitanti del pianeta saranno oltre 9 miliardi. basti pensare che agli inizi del novecento la popolazione mondiale era di 1,5 miliardi l’equivalente della popolazione cinese.Mai accaduto nella storia dell’ominide una esplosione demografica di simili proporzioni. E questo dà l’idea della vastità e complessità dei problemi. Vi è di che riflettere. Grazie a Francesca,per ll suo preziosissimo scritto domenicale e ovviamente alla straordinaria penna che è Emanuela Nava” Vittorio da Rios