nelle regioni del Caucaso, con una fiaba che appartiene alla tradizione del popolo Armeno… una tradizione lontana, di quando la casa degli Armenisi estendeva in un ampio territorio fra l’Eufrate e il Caucaso… prima, molto prima che, per le travagliate e dolorose vicende politiche culminate con il genocidio del 1915, la sua gente si andasse disperdendo in ogni angolo del mondo… “Il saggio tessitore”, dalla raccolta di fiabe armene di Sonya Orfalian. una fiaba di quelle che raccontavano gli ashug, i trovatori armeni, fatta di musiche, silenzi e parole di verità… tessuta della saggezza di antichi nobili mestieri, che c’erano una volta e da andare a scovare, da qualche parte, ancora adesso…C’era una volta un re. Che un giorno ricevette la visita di un messaggero di un paese lontano. Questi, appena giunto, tracciò un cerchio per terra intorno al trono. Il re mandò a chiamare i ministri e i saggi del regno perché gli spiegassero il significato di quel segno, ma nessuno seppe rispondere. Allora ordinò:– Portatemi una persona capace di capire questo disegno, o farò tagliare la testa a tutti! —Gli uomini del re cercarono, cercarono per tutto il paese, finché capitarono in una casa. Sembrava deserta, ma in una culla, che dondolava da sola, videro un bambino addormentato. Anche nella camera accanto dondolava dolcemente una culla …… Sentite, anche voi, questa ninna nanna? È un antico canto armeno ….Gli uomini del re, dopo le stanze delle culle salirono sul tetto dove il grano lavato era stato messo ad asciugare, e un piccolo bastone vi si muoveva sopra, impedendo agli uccelli di beccare i chicchi. Insospettiti scesero al piano di sotto e trovarono un uomo seduto al telaio. Un filo era legato alla matassa e un altro alla spola, cosicché, quando la tirava, i fili andavano e venivano dalle culle e dal bastoncello, facendoli muovere. Era un famoso tessitore, saggio nel lavoro. Gli uomini del re pensarono che nessun altro meglio di lui avrebbe potuto comprendere il disegno del messaggero…E gli dissero:– Alzati, Fratello tessitore, dobbiamo andare dal re. Un uomo ha disegnato un cerchio intorno al trono, e nessuno riesce a capirne il motivo. Se ci riuscirai, avrai una grossa ricompensa.” Il tessitore rifletté un po’, e prima di avviarsi verso il palazzo reale prese una gallina e due ciàn … i ciàn strani oggetti … c’erano una volta… e, in qualche modo, in qualche forma, ci sono ancora adesso… E arriviamo insieme al tessitore al palazzo del re. Il messaggero era ancora lì, seduto in silenzio. Il tessitore prese i due ciàn e glieli gettò davanti; l’altro trasse di tasca un pugno di grano e lo gettò per terra. Il tessitore allora lasciò libera la gallina che in un baleno beccò tutti i chicchi. Appena vide ciò, il messaggero si rimise le babbucce e zitto e cheto se ne andò. Tutto si è sciolto nel silenzio… Il re chiese al nostro tessitore cosa fosse successo.. e il saggio uomo spiegò: “Il messaggero ha disegnato un cerchio intorno al trono per dire che il loro re sarebbe venuto e sottomettere il nostro. E io gli ho lanciato i ciàn per fargli capire che la loro potenza è niente in confronto alla nostra. Lui ha gettato il grano, a sottintendere che innumerevoli sono le loro truppe; e io ho liberato la gallina che ha beccato i chicchi, per dirgli che uno dei nostri uomini ne uccide cento dei loro”. Il re rese grandi onori al tessitore, e avrebbe voluto farlo ministro di corte, ma lui rifiutò:–Sono fiero d’essere tessitore! – esclamò – L’unico mio desiderio, lunga vita al re, è che il calzolaio e il tessitore siano considerati alla stregua degli altri uomini, e che il re sappia come tra i suoi sudditi può talvolta trovare persone migliori dei suoi visir o dei suoi ministri.” Saggezza antica di quando il mestiere era un’arte… c’era una volta e … adesso?.. Dal cielo cadano tre pomi: uno per chi ha narrato questa storia, uno per chi l’ha chiesta e uno per chi l’ha ascoltata. Così, al termine della fiaba, saluta l’ashug…
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