“(…) Durante la liberazione bisogna immaginare l’urlo dei soldati alleati non appena hanno visto il lager. I tanti cadaveri! I soldati che ci hanno toccato per accertarsi che fossimo veri, che fossimo vivi! Che ci hanno aperto la bocca e ai quali dovevamo dire qualcosa. Non riuscivano a capire che noi lì vivevamo tra i cadaveri, che eravamo ancora vivi tra i morti. E come hanno pianto e gridato! E dovevamo consolarli noi.(…) Questi uomini, che a causa della guerra avevano avuto certamente qualche brutta esperienza, ora vedono questo lager, questa roba gocciolante dai cadaveri…”
da: Ceija Stojka. Forse sogno di vivere. Una bambina rom a Bergen-Belsen ed. Giuntina