L’8 settembre, a Pitigliano, al Festival della letteratura Resistente, si parlerà fra l’altro di carcere… con la presentazione dell’ultimo testo di Sandra Berardi, presidente dell’Associazione per i diritti dei detenuti Yairaiha Onlus che ha fondato nel 2006…: “Un mondo senza galere è possibile”. Tre domande per Sandra…
Un mondo senza galere è possibile, il titolo dice tutto… tu sei abolizionista convinta…
“Ogni giorno che passa ne sono sempre più convinta. Il carcere non è la soluzione ma parte del problema. Sulla carta il carcere dovrebbe “rieducare” il condannato, in realtà l’unico fine dell’istituzione carceraria è recludere gli autori di reato e i presunti tali senza badare né alle cause delle condotte né ai risultati che si ottengono dopo la reclusione. Penso che ci sia una doppia responsabilità dello Stato, e della società tutta, nei confronti delle persone che hanno condotte extralegali. La Costituzione italiana è stata spesso definita la costituzione più bella del mondo, e forse lo è, ma credo che sia anche la più vituperata. Alcuni articoli, in particolare l’art. 3 (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese), non sono mai stati attuati andando a creare delle vere e proprie “zone sociali carcerarie” che ad ogni emergenza, reale o presunta, vengono allargate sempre più. Un esercito di disperati per i quali l’extralegalità rappresenta l’unico modo per poter sopravvivere.
D’altro canto, quando si inciampa nel sistema penale e carcerario perché ritenuti colpevoli di un qualsiasi reato non esistono possibilità reali di cambiamento e miglioramento perché le carceri hanno la sola funzione di recludere; e il tempo vuoto della pena è fatto di costrizioni, umiliazioni e privazioni che non fanno altro che acuire la distanza con lo Stato e la società tutta. Finanche i rapporti familiari, spesso, vengono compromessi dalla distanza e dalla mancanza di umanità che accompagna i colloqui”.
Ma è una strada in salita. in Italia, a differenza di tanti altri paesi, manca un dibattito che metta in discussione il carcere come soluzione dei problemi… e se c’è è molto limitato… e il purtroppo il populismo penale è cosa trasversale che va, nel nostro paese, da destra a sinistra…
“Negli ultimi 25 anni le sinistre hanno rincorso, e abbondantemente superato le destre sul piano del populismo penale e del giustizialismo. Basti pensare che quella sorta di lager etnici per migranti che non hanno commesso alcun reato sono stati istituiti da Livia Turco e Giorgio Napolitano, seguiti poi da tutta una serie di leggi liberticide e pacchetti sicurezza riempi-carceri emanati negli ultimi venti anni in maniera bipartisan. I risultati sono ben visibili nei quartieri popolari e nelle carceri.
Le cronache di quest’estate sono tremende. I suicidi, l’affollamento, le condizioni indecenti,.. Come scalfire l’indifferenza delle persone..
“I suicidi, l’affollamento, le condizioni indecenti… sembrano essere diventati il tema di coccodrilli estivi che i giornali hanno belli e pronti, come quelli preparati in previsione della morte di personaggi famosi. Ma le condizioni carcerarie sono drammatiche tutto l’anno. Lo scorso anno sono stati 88 i suicidi, di cui una ventina nel solo mese di agosto. Mentre l’indifferenza delle persone è sempre più marcata e non solo verso i detenuti e le detenute. Mi tornano in mente le parole di Annino Mele a proposito dei femminicidi o dei maltrattamenti in famiglia: prima se si sentivano urla nella casa vicina si accorreva con senso di comunità, oggi ammazzano di botte un ragazzo per le vie del centro di una qualsiasi città ed è solo una scena da filmare con il cellulare… ”
Tu credi profondamente che il male e il crimine possano essere sconfitti solo attraverso un profondo cambiamento dei paradigmi socio-economici e culturali della società
“Credo di avere già risposto nella prima domanda: l’articolo 3 della Costituzione va attuato. Nelle aule di tribunale deve entrare la consapevolezza della responsabilità sociale e statale delle condizioni di degrado e marginalità che spesso sono le sole cause delle condotte extralegali. Extralegali e non “devianti” perché credo che questa ultima categorizzazione rispecchi molto poco le condotte di chi è costretto dalle condizioni socio-economiche a delinquere. Così come trovo ipocrita definire i detenuti “ospiti dell’istituto penale tizio e caio”: i detenuti sono carcerati, privati della libertà e degli affetti troppo spesso solo perché hanno osato scippare un pezzo di pane “dalle tasche già gonfie di chi aveva rubato”. Mentre anche le mafie traggono linfa vitale da un sistema squilibrato dominato da diseguaglianze e povertà”