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    Tornando a Berlino, venti anni fa…

    e comunque, tornando a un’altra riva, un altro muro… riprendendo il filo di ieri, guardando all’oggi

    “Berlin 13 marzo 1990 Karl Marx Stadt, all’Est. Sono in centomila ad ascoltare il leader dell’altra Germania. Kohl promette pensioni più alte. Sa che qui la gente ha paura di perdere lo stato sociale. Sulla questione della frontiera polacca, sorvola. Sa anche  che questo e’ il problema vero, quello che lo fa litigare con il suo ministro degli esteri, Gensher. Della frontiera Oder Neisse, il cancelliere ha già parlato qualche ora fa, in una conferenza stampa, con i leader dei tre partiti conservatori dell’ “Alleanza per la Germania“. “La riunificazione – ripete-  esclude qualsiasi spostamento di confini “. Ma sono parole che ai polacchi non bastano. Da Varsavia arriva il rammarico di Mazowiesky perché, nonostante le promesse, il cancelliere ha rifiutato la proposta di firmare un trattato che garantisca la frontiera orientale. E a Varsavia pensano anche che la posizione di Kohl sia la stessa di Waigel, sostenuto dai Republikaner, l’estrema destra.

    Berlin 15.3. 90

    Berlino Ovest, nella sede della CDU, i cristiano democratici. La portavoce di Rinnovamento Democratico, legge la confessione di Schnur, il presidente del partito. E’ un colpo di scena molto pesante, in questa campagna elettorale che sembrava troppo povera, troppo ordinata, troppo insicura. Perche’ Schnur, dopo il Muro, era stato tra i primi a promettere democrazia, ed il suo partito aveva avuto l’appoggio dei Cristiano democratici dell’ovest. Adesso si scopre che ha le mani sporche anche lui, che,dagli anni ’70, collaborava con la Stasi, la polizia segreta del vecchio regime. Dava al partito  le informazioni che, come avvocato, gli davano i dissidenti. Quando, una settimana fa, era scoppiato il caso, Schnur  era stato ricoverato per scompenso circolatorio. Aveva negato, aveva dato la sua parola d’onore. Adesso non ce la fa piu’ e scrive.
    Sono stati i cristiano democratici a convincerlo, a chiedergli di dimettersi. Ma e’ un colpo di scena che non piace a nessuno, neanche ai suoi avversari. Il primo ministro Modrow  va a trovarlo in ospedale. Il cancelliere Kohl, a Lipsia, dice che Schnur e’ responsabile in prima persona. Ghisy, il segretario della SED, i nuovi comunisti, ripete che qui c’e’ ancora molta pulizia da fare. E non solo nel suo partito. (dal Tccuino di Daniela Morandini)

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