Chiudendo l’anno, con il passaggio della sirena del racconto che, chissà, verrà.
“Poi lei si è alzata. Diritta in piedi sulla riva del torrente, che adesso era diventato largo quanto un fiume. Fiume nero. L’ho vista sfilare dal dito l’anello dalla perla rosa. Che ha lanciato nell’acqua.Non sono riuscito a fermarla. Non sono riuscito neanche a impedire che si lanciasse anche lei, sulla scia dell’anello, nella corrente de fiume. E quando il suo bel corpo arcuato nel tuffo ha toccato l’acqua, e già vi affondava le braccia e la testa e le spalle, prima che vi sprofondasse del tutto, ho visto i suoi piedi giunti diventare pinne e solo allora mi sono reso conto che le sue gambe non erano più due gambe, ma una sola bellissima coda di pesce, e le squame erano lamelle color smeraldo. Che prima di affondare nell’acqua hanno mandato un baluginio che quasi mi accecava. E nello stordimento non ho potuto che seguirla”. (da Sogno, forse, di una notte di mezza estate)
Ancora, per immergersi nel buio, immagini da Sirens, nel disegno di Cristiano Morandini