25 aprile. Festa della liberazione dall’occupazione nazi-fascista. Sessantacinque anni dopo. Invito a leggere “Storie di una staffetta partigiana” di Teresa Vergalli. Aprendo magari, a caso, a pagina 201, per ricordare protagoniste dimenticate. Le donne. Che solo nella provincia di Reggio Emilia, ricorda l’autrice, sono state 1188, su 9554 patrioti e partigiani. 1188, e molte neppure considerate, in quell’elenco. Le donne, lasciate nell’ombra. Una pagina, anzi pagine e pagine, tutte da riscrivere. “Non c’è soltanto la considerazione che finalmente molti riconoscono che la lotta partigiana non sarebbe stata possibile senza le donne. Le armi le trasportavano loro, i rifugi li offrivano loro, le vettovaglie e i vestiti altrettanto. Senza contare il prezioso sostegno morale. Finita la guerra le combattenti e le fiancheggiatrici non hanno vantato nulla, sono rimaste troppo spesso in silenzio. Credo che in silenzio siano rimaste soprattutto quelle che hanno pagato il prezzo più alto, le torturate, le imprigionate, le violentate”. (Teresa Vergalli, Storie di una staffetta partigiana, Editori Riuniti)