Un appunto. Ieri, Santo Stefano, la sera ho visto Il sale della terra… bellissimo documentario di Wenders su Sebastiao Salgado… lo straordinario percorso della sua vita… il lirismo delle sue fotografie… potenti… l’impegno di tutta un’esistenza tesa a raccontare l’uomo e la terra… a cercare l’uomo sulla terra… la filosofia di un interrogare e interrogarsi continuo… sull’uomo, capace delle cose più terribili, capace, pure, di sollevarsi su se stesso… Insomma, l’uomo, il sale della terra…, che poi “Il sale della terra” è il titolo del documentario.
La mattina, nella chiesa dell’Ara Coeli, a Roma, avevo assistito al concerto di Santo Stefano… bellissimo, emozionante, anche questo… sound mediterraneo folle di contaminazioni… Luigi Cinque, Fausto Mesolella, Daniele Sepe, Rais, Carlos Denia, Francesco Loccisano, Gabriele Coen, De Sio… Titolo, che coincidenza!, Il rumore del sale… E che bel rumore riesce a fare questo sale della terra… strazia le viscere… scende fin dentro il cuore della terra e pure sale sale … sfonda la cupola per salire ancora… fino a dove dio c’è, o non c’è, che fa lo stesso…
ah, questo maledetto, benedetto uomo…