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    riprendendo…il trenino, dunque

    … Scompaiono, e io, appena svanito il corteo di viaggiatori che dalla periferia vengono a lavorare in centro, sono pronto per la nuova corsa, all’incontrario, con tutti quelli che dal centro vanno a distribuirsi qua e là in periferia. Alé! Changez! In uno scambio, permettete, persino io sospetto alquanto antieconomico. Ma la razionalità, mi sono arreso da tempo, non fa parte di questo nostro mondo. E il rimando a quest’idea del pendolo che oscilla con un’estremità fissata a un punto che inchioda a un campo da cui non c’è scampo, è cosa che, se ci penso,  mi dà la nausea. Che è quello che mi succede quando penso anche alla mia, di vita, avanti e indietro, avanti e indietro sempre su uno stesso binario. Che è cosa, il pensarci seriamente, che per fortuna mi capita raramente. Immaginate se ne possa avere il tempo, sempre in corsa fra un viaggio e l’altro. E la notte sono troppo stanco per perdermi in riflessioni che non portano a nulla. Cosa che immagino succeda anche a tutti i miei passeggeri, perché non mi risulta, almeno fino ad oggi, che qualcuno si sia mai sottratto alla prigionia di quel cieco andare. Troppo intorpiditi, fin dalle prime ore, anche solo per poter pensare di sottrarsi ad alcunché. Qualche settimana fa, stavo appena per riprendere la corsa… (continua)

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