Ancora una bella lezione di Storia, e non solo, che arriva da Vittorio da Rios. Infinitamente grati…
“Partendo dalla Storia tragica di Silvano, che è storia di milioni di creature che hanno incrociato i loro destini con il più abominevole e disumano dei periodi nella storia millenaria dell’ominide: il “secolo breve”, dove si sono praticati e compiuti crimini di tale efferatezza mai prima conosciuti. L’uccidere, lo sterminare l’altro, non solo come nemico da annientare (il compito delle guerre e di chi le comanda e le pratica, assassinare e uccidere), ma l’annientare l’altro in quanto “altro” per etnia, per storia, per condizione biologica, per idee politiche, per fede religiosa, o in quanto essere portatori di handicap. Il “collasso Morale” come lo definì Hannah Arendt. Ritengo doveroso ora che si celebra il ricordo di quella tragedia riflettere come tutto questo sia potuto accadere nel cuore dell’Europa. Vi è una letteratura vastissima, storica, saggistica, la stessa filosofia ermeneutica si è interrogata sul perché questo è potuto costruirsi in Europa culla della “civiltà” e dei saperi, dove è nato e si è radicato il diritto e si è prodotto il secolo dei lumi e l’umanesimo, dove sono nati uomini come Giordano Bruno, Campanella, Vico, Genovesi, Filangieri, Francesco Mario Pagano, Beccaria, i fratelli Spaventa, Croce, Gramsci, per citare tra i grandi spiriti italiani… Poi Kant, Hegel, Marx, Rousseau, Kafka. Tutti i grandi illuministi francesi, olandesi, spagnoli, ecc. Io ho fatto una sinteticissima carrellata di grandi intelletti ma significativi al fine della formazione dell’alto sapere filosofico-giuridico-etico economico. Ma non è bastato a evitare quell’immane cataclisma dove l’annientamento dell’altro è stato organizzato su basi finanziarie-industriali di massa. E io mi domando, e domando: ma gli intellettuali nulla hanno potuto difronte all’approssimarsi del cataclisma? Hanno sottovalutato, non hanno compreso cosa stava partorendo l’Europa? E per intellettuali intendo tutta la classe dirigente europea di ogni ordine e grado inserita e responsabile, della politica, dell’economia della finanza, della formazione culturale ecc. Una tragedia inevitabile? Logica conseguenza della mattanza della prima guerra mondiale? Un pensatore come Martin Heidegger autore tra l’altro di “essere e tempo” ha condiviso e mai sconfessate le sue simpatie per il nazismo. L’uscita recentemente dei “Quaderni neri”, in Italia pubblicati dalla Bompiani, ripropongono la questione dell’antisemitismo di Heidegger, anche se in alcuni passi lo sconfessa, come pure denuncia anche se post il nazismo. Tuttavia quando fu rettore alla università di Friburgo tra il 1933 e il 1934 si adopeòo fattivamente alla sua nazificazione. Habermas rileva che l’acriticità di Heidegger nei confronti del nazismo in tutta la sua parabola esistenziale filosofica-saggistica-e diaristica è dovuta alla sua deresponsabile svolta ( Kehre) verso l’essere come tempo e storia. Jaspers il grande filosofo e psichiatra tedesco che in quanto marito della amatissima moglie Gertrud Mayer ebrea bastava a ritenerlo un nemico del regime, subì non poche pressioni perché divorziasse e resistette a tali pressioni fino al 1937, anno in cui fu forzatamente messo a riposo e rimase come recluso nella sua università di Heidelberg fino all’arrivo degli alleati. Dormiva con accanto sul comodino le pasticche di cianuro: qualora le SS avessero bussato per prelevare sua moglie e lui, si sarebbero entrambi suicidati. Dopo la fine della catastrofe si adoperò assieme alla Arendt per riabilitare Heidegger pur essendo ben consapevole della sua compromissione con il nazionalsocialismo. E come non pensare a una figura come Gentile che con Croce può definirsi il padre dell’idealismo italiano fautore delle leggi speciali antisemite e di totale approvazione per un lungo periodo del fascismo e quindi del nazifascismo… Furono solo 12 i professori che rinunciarono alla iscrizione al partito fascista e tutti persero la cattedra e lo stipendio. Pensiamo a una figura di straordinario rigore etico-morale come Capitini che possiamo definire il Gandhi italiano, grande pacifista che senza mezzi economici percorreva il paese a destrutturare l’azione formativa operata nei giovani dal fascismo. Osteggiato e perseguitato dal regime, ma poi nei primi anni seguito e “schedato” dai servizi segreti della repubblica. Ci furono grandi coscienze che fronteggiarono con grande forza il nascere e lo svilupparsi del sistema criminale di massa quale fu il nazifascismo, che pagarono duramente molti con la vita pensiamo alla grande figura di Bonhoeffer, filosofo e teologo protestante impiccato per ordine dello stesso Hitler a Flossemburg il 6 aprile del 1945. Struggenti e ricche di amore e umanità lo scambio di lettere tra il pastore Bonhoeffer e la giovane fidanzata, diciottenne ma determinata e matura, Maria Von Wedemeyer. Nulla valse a scongiurare e evitare quell’orrenda epopea di morte e distruzione di interi paesi e città in tutta l’Europa e non solo. Pensiamo alle bombe atomiche sganciate sul Giappone, inutile abominevole quanto tragica devastazione di creature e infrastrutture. Fu doppiamente un evento sconvolgente che segnò la nascita dell’era atomica in cui tutta l’umanità contemporanea ne vide le possibili catastrofiche conseguenze distruttive a livello globale planetario. Termino con i versi di un grande profeta, Turoldo: AQUILE E SVASTICHE E CANTI DI MORTE SALMI E CANTI E BENEDIZIONI DI REGGIMENTI COL TESCHIO SUI BERRETTI NERI SULLE CAMICE NERE SUI GAGLIARDETTI NERI.E DISCORSI FINO ALL’URLO ACCANITO DELLE FOLLE D’EUROPA, DELLA SAGGIA CIVILISSIMA EUROPA. COSI ABBIAMO TUTTI CANTATO ALMENO UNA VOLTA I CANTI DELLA MORTE. E che il sacrificio e le sofferenze di Silvano, e la sua testimonianza siano perenne argine e diga a qualsiasi ritorno delle barbarie dello sterminio e dei fiumi di sangue che hanno allagato le contrade dell’Europa e del mondo nel secolo breve. Argine e diga che ponga fine dei massacri e delle infinite guerre che oggi in questo inizio del terzo millennio continuano a far scorrere sangue innocente donne uomini infanzia uccisi corpi dilaniati mentre scrivo queste brevi note anche dalle armi che noi produciamo e vendiamo anche noi mercanti di morte autentici anti Cristo nella totale o quasi indifferenza. Grazie Francesca per questo tuo ennesimo preziosissimo diamante, e a Giovanni Cioni per questo suo capolavoro.Un caro saluto. “Vittorio da Rios