Dalla riva ( ahimé per me lontana) dell’Universita’ di Urbino, mi arriva un’interessante inchiesta degli studenti del corso di laurea Editis. Occhio alla borsa… diminuiscono le agevolazioni all’università Carlo Bo. Realizzazione tecnica di Giuseppe Di Martino. Un interessante percorso, che volentieri pubblico…
“Attenti alla borsa, ripetono gli studenti all’ultima assemblea al collegio “Tridente”. Molti vantaggi sembrano sparire. Per cercare di capire meglio abbiamo intervistato Simone Lancianese, rappresentante degli studenti al consiglio d’amministrazione dell’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio universitario. Ci spiega che per diventare borsisti ci vuole una graduatoria. I ragazzi del primo anno possono partecipare al bando se il reddito familiare è sotto la soglia di 18.300 euro. Dal secondo anno in poi entra in gioco anche il merito. Nel 2010 i tagli sono stati molto pesanti, continua Lancianese. Il fondo per le borse di studio è diviso in tre parti. Le prime due, che derivano dalla tassa regionale per il diritto allo studio e dal fondo integrativo regionale, sono rimaste quasi invariate, perché gli iscritti sono più o meno gli stessi. L’ultima parte, statale, costituisce quasi la metà di tutto il fondo. Quest’anno la cifra è scesa in modo drastico: cosi molti idonei non hanno avuto la possibilità di accedere alle agevolazioni e i borsisti a Urbino sono quasi la metà.
Nel 2009 erano circa 1600, mentre adesso sono 860. Per avere conferme andiamoall’Ersu dove ci ricevono Paolo Rossi, responsabile per il diritto allo studio, e il direttore dell’Ente Massimo Fortini. Quest’ultimo, che ha preferito non usassimo il registratore, precisa che la situazione non è proprio così. I fondi sono diminuiti di quasi 96 milioni, quindi ci sono anche meno soldi per i borsisti. Il MInistero dell’Istruzione, lo scorso anno, ha messo a disposizione 2 milioni e 100mila euro. Quest’anno, invece, sono stati costretti a cercare una soluzione politica per venire incontro a tutti gli studenti, rivedendo ad esempio la gestione dei pasti. E’ stato infatti introdotto l’obbligo di consumarne due. In questo modo i borsisti hanno garantiti pranzo e cena, ma hanno meno contante a disposizione.
Chi invece è riuscito a passare da idoneo a borsista e’ Claudio, che si definisce “un miracolato”. Dovrebbe essere la norma, invece si sente un’eccezione: ci dice che ha ottenuto la borsa di studio, ma si rende conto che ci sono altri ragazziche come lui la meriterebbero. Anche per Claudio, però, i problemi non sono mancati. Nel ritirare la prima rata, si è ritrovato con 200 euro in meno. Lancianese, infatti, ci spiega che, per risparmiare, la legge regionale del novembre 2010 ha compreso la mensa nella borsa di studio. In questo modo gli studenti si trovano nell’impossibilità di scegliere se avere un pasto e più soldi, o due pasti e meno soldi. E soprattutto si sentono penalizzati i pendolari che la sera possono tornare a casa a mangiare.
La rappresentanza studentesca si è oposta a questa legge, ma non è bastato: la situazione è rimasta uguale. Il direttore Fortini comunque è ottimista: annuncia che i pasti rimarranno nella borsa di studio, ma che in tre mesi arrestrati verranno rimborsati in contanti.
Gli studenti aspettano, pensando agli esami che sono gia’ cominciati”.