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    Non possiamo dimenticare

    “Non abbiamo dimenticato, né possiamo farlo”. Le riflessioni di Paolo Rausa:

    “2 agosto 1980/2 agosto 2020. 40 anni. Il treno, l’attentato alla stazione di Bologna, gli 85 morti, gli oltre 200 feriti. Che fare? Ricordare. Ri/vendicare i nostri morti. Denunciare il piano folle criminale di squadracce che non hanno avuto pietà di quegli uomini e donne, sacrificati sull’altare della strategia cosiddetta della tensione, senza pietà. Pietà l’è morta. Il nemico è intorno a noi. La pensa diversamente, coinvolge i gangli dello Stato. Restano nascosti nell’ombra i loro ispiratori e fiancheggiatori e cospiratori, non contro un esercito invasore, un potere tirannico, no. Contro vittime innocenti, viaggiatori estivi verso il mare, così come operatori economici e piccoli risparmiatori oppure operai e sindacalisti “eversori” per la sola ragione che rivendicano il diritto alla libertà e di essere trattati più cristianamente, contro lo sfruttamento, per la dignità del lavoro. Ma chi può essere così retrivo da scegliere questi bersagli inermi, un padre, una madre, una bambina, i nonni, tutti in viaggio verso il mare che si trasforma il un viaggio senza ritorno, squarciati dagli attentati di chi intende impedire il progresso dell’umanità verso la pace, l’eguaglianza, le pari opportunità, il viaggio dell’umanità verso il progresso? Notti di sangue e di terrore/scendono a valle sul mio paese/chi pagherà le vittime innocenti?/chi darà vita a Pinelli il ferroviere? canta Yu Kung in ricordo delle vittime di Piazza Fontana, Milano 12 Dicembre 1969. Stragi di Stato le abbiamo chiamate, con tanti processi che non sono arrivati a scoperchiare il piano criminale di creare disordini e vittime al fine di richiedere una nuova direzione autoritaria delle istituzioni. Non abbiamo dimenticato, né possiamo farlo, per rispetto dei nostri cari caduti, per mantenere salda e desta la guardia contro qualsiasi rigurgito violento di presa del potere, per rinsaldare la democrazia, per il progresso civile e sociale. Tutte queste ragioni concorrono per piangere i nostri cari e per essere vigili e saldi nella difesa della nostra vita democratica, a difesa delle istituzioni repubblicane” Paolo Rausa.

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