Qualcuno me l’aveva soffiato all’orecchio. Da qualche giorno, quando è notte fonda, sul mare c’è un traffico sommesso… di barche che attraversano in fretta l’acqua sulla linea dell’orizzonte, come rispondendo al richiamo per un raduno. Puntano tutte verso un grande scoglio laggiù in fondo, e dietro quel profilo buio sembrano inabissarsi.
La curiosità è stata tanta, così ieri al calar del sole mi sono seduta sulla riva, per scrutare il mare. Si sarà fatta quasi mezzanotte, e mi stavo quasi addormentando, quando le ho viste… una, due, tre, e poi altre ancora… tante barche che non è stato possibile contarle…
Una, forse appena partita dal porto accanto, l’ho potuta vedere più da vicino. In piedi al centro dello scafo, sotto un arco di lampadine, avvolta in un bellissimo mantello che sembrava tessuto di luce, l’ho riconosciuta: la Madonna del Carmelo… e subito dopo di lei, un po’ in ansia, forse perché in ritardo, su una barchina bianca e azzurra, anche lei vestita di bianco e d’azzurro, con la sua bella coroncina di stelle appena appena più fioche di quelle del cielo d’agosto, è passata Stella Maris… Non mi ero ancora ripresa dallo stupore che ho sentito qualcosa scivolare sulla sabbia a pochi metri da me… e l’ho vista, Madonna Fiumarola, lì a spingere la sua barca in mare…
Dopo la mezzanotte, sapete, tutto è possibile. E io ho persino avuto l’ardire di avvicinarmi e chiederle: ma dove andate? E lei, persino, si è fermata a rispondermi.
“Andiamo tutte a riunirci in fondo al mare”
Tutte?
“Sì, tutte noi Madonne. Mancano pochi giorni a ferragosto, e prima di prepararci per le nostre processioni, ci stiamo organizzando per definire alcune cose che vogliamo mettere in chiaro. E’ tempo, anche per noi, di resistenza umana, civile e religiosa”.
L’orrendo decreto per la presunta sicurezza? Ho subito intuito…
“Già. Come ci si è potuti permettere di usare il nostro nome, strumentalizzarlo per così osceni fini!”
Già. Invocare la Madonna per quanto di più lontano si possa immaginare dal messaggio per il quale suo figlio è stato messo in croce…
Così ho saputo che il giorno dell’Assunta, quando tutte le madonne saranno portate in corteo, dalle strade salirà un unico grido: “Non in mio nome!”
Ma non sarà pericoloso? Con l’aria che tira…
“Arrestateci pure tutte! Ma quest’orrore non può passare. Non in nostro nome”.
E chi c’è, in queste notti, a questi vostri raduni? Chi è con voi?
“Tutte, sono arrivate proprio tutte”, mi ha risposto. “Dai santuari, dalle chiese, dalle cappellette dei vicoli…. dai monti, dalle città, dai paesi delle marine… proprio tutte…”
La Madonna delle nevi, la Vergine di Pompei, la Signora nera di Montevergine… In un volo sulla loro barca sono venute, dalla terra di Camargue, anche le madonne degli zingari, le tre Marie, che erano due profughe palestinesi e una rom, che proprio nulla ha da invidiare alla Madonna zingarella che così superbamente Tiziano dipinse…
Sanno essere anche spiritose, queste belle e combattive signore. Sul volantino che Madonna Fiumarola mi ha lasciato prima di allontanarsi per raggiungere le altre, c’è stampigliata una riproduzione della Madonna del Granduca di Raffaello photoshoppata e ribattezzata Santa Madonna del panino, come comparsa qualche tempo fa sui muri del centro di Firenze, per protesta contro una delle tante ordinanze pro decoro che infestano (queste sì) le nostre città, e che fra le altre cose impediva di sedersi sui marciapiedi di alcune strade a mangiare, appunto, panini.
Mi sono per un po’ addormentata. La voce di un’onda più forte delle altre mi ha svegliata nel momento in cui, terminato ho immaginato il raduno, le barche sono ricomparse sul mare per sciamare ciascuna verso la propria terra.
Per uno strano gioco di luci e di riflessi, che non so spiegarvi, ho visto, come fossero a un soffio da me, i volti di quelle madonne. A un tempo dolci, severe e determinate. In testa a tutte la Madonna del naufrago. Appena un’onda davanti l’Addolorata, coperta delle trame dei suoi veli neri, e il cuore trafitto di spade.
Ma la cosa che più mi ha sorpreso è stato vedere, a far loro da scorta, in una sorta di servizio d’ordine, una folla di sirene…
Guidate dalle tre sirene del racconto di Mamma Tammorra… Ricordate? Le tre donne che nella loro terra sulla riva sud del mare, nel giorno di Natale, avevano espresso ognuna il desiderio più profondo: uno sposo, un giardino di falene, una scuola per il proprio bambino. Si erano avviate, le tre donne (tre Marie?), verso ponente. E si erano imbarcate per attraversare il mare. Così belle, quelle donne, che il mare le ha subito amate. Le ha amate tanto da volerle abbracciare, e le ha avvolte nelle sue onde. E cullandole e stringendole, in un sussulto le ha trattenute a sé. Per sempre Sirene. Il mare fa il mare…
Tutte, le sirene, mute da far paura. Coperte di veli neri, e con al collo collane di rami di corallo, che sono sangue, sangue di tutte le vittime…
Dunque, tenetevi pronti. Il 15 agosto non sarà un 15 agosto come gli altri. Arrestatele pure… ma le madonne scenderanno nelle strade, nelle piazze, in cortei, per urlare che “no, non in mio nome!”.
Qualcuno dirà che, tutte, donne madonne e sirene, sono solo streghe. Qualcuno farà loro pronunciare parole che mai hanno pronunciato, qualcuno proporrà di bruciarle…
Ma che volete, è sempre la vecchia storia. Non date retta.
Il quindici d’agosto, quando le vedrete nei cortei, nelle strade, sui sagrati delle chiese, quando, sulle coste, le seguirete fin dentro il mare, perché molte, moltissime dal mare ci sono venute in dono… non legatevi all’albero maestro della vostra cecità… guardate le loro lacrime di sangue… non mettete tappi di cera nelle orecchie… ascoltate quello che davvero dicono…
E prestate attenzione all’ancora più terribile silenzio delle sirene…