Le parole… bisognerebbe maneggiarle con più rispetto, le parole… Per questo ho firmato, condividendolo, questo appello, e un invito a firmarlo…
“Vorremmo rivolgere un appello al mondo dell’informazione: non chiamate più le morti sul lavoro con il termine “morti bianche” e “tragica fatalità”. Sono due termini che ci offendono, e offendono in particolar modo i familiari e la memoria dei morti sul lavoro. Queste morti non sono mai dovute al fato o al destino cieco e beffardo, ma perché, in molti luoghi di lavoro, non vengono rispettate neanche le minime norme per la sicurezza sul lavoro. Queste non sono “morti bianche”, quasi fossero candide, immacolate, innocenti, ma sono morti sporche, anzi sporchissime!!!! In queste morti c’è sempre un responsabile, a volte più diuno. E’ anche partendo dal linguaggio che si combatte una battaglia di prevenzione e per la sicurezza. E chiediamo ai mezzi di comunicazione anche di tornare ad accendere i riflettori su questo bollettino di guerra quotidiano. Affinché il tragico contatore dei morti, degli infortunati, degli invalidi si possa finalmente arrestare”.
Primi firmatari: Marco Bazzoni, Stefano Corradino, Giuseppe Giulietti.
http://www.articolo21.org/104/appello/non-chiamatele-piu-morti-bianche.html
e buon dicembre a tutti…