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    Migrazioni

    Ancora, parlando di migrazioni. E pensando a migranti della nostra storia. Dal passato nostro vicino, i versi di Benvenuto Lobina, poeta, scrittore sardo. Ancora bruciano.

    “Quando/ potrò rivedere gli occhi tuoi, / il fiume andando dove non sapevo,/ la luna ferma davanti alla finestra/ e i mandorli in fiore del mio paese?/ La gente pigra del mio paese,/ la gente laboriosa del mio paese/ ed il treno…/// O maledetto treno del mio paese, / quanta gente hai portato via,/ quante lagrime hai strappato/ correndo dietro al fiume./ Gente disperata,/ gente che per partire lasciava/ la zappa conficcata in una zolla,/ la roncola in un macchione,/ le carte buttatesul tavolo,/ il mezzolitro vuoto,/ i debiti senza pagare/ e le donne in un canto/ piangendo giorno e notte davanti al fuoco./// “Due giovani di Villanova Tulo/ morti in una miniera di carbone“. / Come potrò mai ritornare/ con questo giornale in tasca,/ come potrò sentire/ gente che ride, gente che canta,/ e vedere altri giovani, e vedere/ il fiume andare lento lento/ e i mandorli in fiore del mio paese?/// “I mandorli in fiore del nostro paese/ pieni di polvere di carbone./ Come pesa questo carbone/ ammucchiato sui nostri petti./ Come era basso quel cielo,/ quel cielo di carbone nero/ che ci è crollato addosso…

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