Domenica mattina, il solito pensiero vagulo… Passeggiando, ieri sera, che qualche nuvola era appena passata, sugli argini del Tevere allestiti per l’estate romana… Sempre interessante arrivarci un attimo prima del tramonto e aspettare che la riva piano piano si affolli, di gente, di rumori, di canzoni, fra tavolini e pasti e fumi e birre e le cianfrusaglie di sempre, e colori e luci … che ancora qualche bambino ne è abbagliato… Sempre piacevole questo riversarsi di folla accanto all’acqua, che scorre, che scorre, che scorre… Ricordo, quando anni e anni fa arrivai, in qualche modo migrante fra migranti, a Roma, che l’Estate romana era da poco nata ( grazie al genio scanzonato e rivoluzionario di Renato Nicolini), e l’entusiasmo delle prime volte… rimasto acquattato nell’anima anche se poi, a dire il vero, ben poco l’avevo frequentata… ma, come mi sussurrò un caro amico pur confidandomi di esserne stato completamente assente, “l’importante è che ci sia”. Già… meglio tavolini per strada che strade vuote.. l’ho sempre pensato… meglio un decibel di troppo che silenzi di paure… meglio calpestare marciapiedi e asfalto, che starsene rintanati dietro finestre chiuse… Insomma, ieri sera, mentre mi vagavano queste ovvietà per testa, nella teoria di tavolini e poltroncine e scanni di bar e localini… balza agli occhi uno spazio che si apre vuoto. (…)Vuoto di gente intendo, nel senso che, schiacciato dal vociare dei clienti dei locali a destra e a sinistra, nello spazio del “caffè letterario” sembrava aprirsi come un vuoto pneumatico. Nenache l’ombra di un cliente fra i tavolini sistemati su uno sfondo di scaffali di libri… la cosa mi è sembrata un po’ triste… ma ho percepito un che di surreale quando, qualche decina di metri più avanti, scorrendo di nuovo il pieno di tavolini affollati fra cinfrusaglie, birre, fumi, nagrillé, video, canzoni… si apre un altro vuoto… un altro locale-bar con sullo sfondo un altro scaffale-libreria con i suoi bei librini tutti in fila… Non un anima che vi si sedesse… Scontando, immagino i gestori, la balzana idea che hanno avuto… Pensare che potesse in qualche modo attrarre quel richiamo alla lettura! Che folli! A far concorrenza alla musica, ai video, ai pareo, alle collanine, ai narghillé… I libri… sul momento ho pensato che se avessero recintato tutto intorno quello spazio con del filo spinato, o cosparso con i fumi di non so quale repellente, forse l’effetto non sarebbe stato un spazio così nettamente “intonso”… Diciamoci la verità… qualcuno, magari per sfida, il filo spinato avrebbe provato a scavallarlo… e a qualche scia puzzolente siamo un po’ tutti rassegnati…
Vi giuro che ancora non so se l’effetto fosse più triste o comico… devo confessare che, pur perplessa, non ho trattenuto una risata… anche perché, confesso, la mia birra l’avevo già bevuta un po’ più indietro, in altro locale ben più affollato… ma domani, prometto, vado ad occupare uno di quegli sgabelli vuoti…