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    Le mani di Dio…

    “Sono nata il 23 aprile del 1970 e mi hanno chiamata Ajok, che vuol dire figlia dello spirito. Un nome swahili, perché sono nata in Uganda.” Inizia così il libro di cui vi vogliamo parlare questa mattina: “Con le mani di Dio”, edito da AeB editrice. Guglielmo Tocco è autore del libro, insieme ad Ajok che oggi vive in Italia e si chiama Emmanuela Cagnola. Quasi la storia di un miracolo, la storia di Ajok, di quei miracoli che anche gli uomini qualche volta sanno compiere. Perché Ajok, racconta Tocco, era nata priva degli arti superiori. La sua malformazione è chiamata con un nome dolce Amelia, ma non sarebbe stato affatto dolce il destino della bambina. Nata in un villaggio dell’Uganda, dove chi nasce deforme è destinato ad essere “soppresso”. Perché porta sciagure. O più semplicemente, più credibilmente, perché gli uomini sanno quanto sia difficile, come, a volte, impossibile, vivere senza essere in grado di badare a se stessi… Ma Ajok è stata salvata da una missionaria italiana, suor Silvia, che l’ha letteralmente strappata dalla mani del padre che già la stava immergendo in una tinozza d’acqua, per annegarla, così… come un gattino di troppo ( e chissà perché i cuccioli di troppo, tutti, possono essere annegati… ). Ma salvata, e battezzata, Ajok ha avuto un nuovo nome, Emanuela, poi una nuova famiglia, trovata in Italia, attraverso un tam tam, passato di rubrica in rubrica dei giornali ai quali suor Silvia si è rivolta. Così Ajok-Emanuela, anzi Emmanuela, è cresciuta in Italia, e ha affidato a un diario i pensieri della sua nuova vita. (…) E grazie a questo diario, inviato al concorso La lanterna magica, Guglielmo Tocco l’ha conosciuta. E tanto è stato affascinato, da questa storia e da questa donna, che intorno al suo diario ha costruito tutto il racconto. E ha voluto scriverla, questa storia, in prima persona, al femminile, perché, dice, gli sembrava quasi di sminuirla, questa storia, “allontanandola” nella terza persona… E tanto si è immedesimato da riuscire ad esempio ad esprimere perfettamente il disagio di vivere in una casa, fra quattro mura e sotto un tetto, per una bambina abituata ad avere sulla testa solo le stelle…

    “Da piccola la mia tata mi diceva che non ho le braccia e le mani perché le manine servono, insieme a quelle di altri bambini, a sostenere il mondo. E che al posto delle braccia io ho delle ali invisibili che proteggono me e chi mi è accanto…”. Con questa frase Emmanuela è stata accompagnata nel mondo… E poi c’è la mamma adottiva: “Mamma Emma mi insegnava a scrivere, a disegnare e a dipingere con i piedi. Come dire che lei mi insegnò a usare i piedi non solo per camminare, ma anche per volare” ….. Emmanuela ha trovato chi l’ha aiutata ma ha saputo anche aiutarsi molto da sola… Ancora, da una pagina del diario di Emmanuela: “Se potessi  tornare indietro nascerei con un altro colore, con un altro viso, con due braccia e un sorriso”, a dire il vero è  una delle rare frasi tristi del libro, la storia di Emmanuela è in realtà racconta la storia di una persona che non sembra vedere ostacoli, se senza mani riesce a fare tutto, scrivere, dipingere, guidare l’auto. Un’impresa eccezionale, quella di essere normale…Un libro, che il 13 viene presentato a Lentini, in Sicilia, dove Guglielmo Tocco vive, da consigliare, come suggerisce Tocco, a chiunque stia un po’ male, con qualche disagio, per ricevere un po’ della straordinaria forza che Emmanuela-Ajok ha avuto…

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