Anche questa domenica il Randagio ha una domanda. A proposito di un dibattito che a tratti infuria… Italiani razzisti? Non razzisti? Più di prima? Un po’ di meno?
Ascoltando, l’altra sera, una conversazione al bar, a proposito di italiani… brava gente? Razzisti? Conversazione noiosa e un po’ scontata (quindi ve la risparmio) la cui conclusione è stata: “il razzismo esiste da sempre”.
Cosa che ha fatto pensare, al Gatto, a quell’altra frase spesso usata per tagliare la testa al toro quando si parla di case chiuse (se riaprirle o no, se allestire zone a luci rosse, se multare e chi multare, la domanda o l’offerta? eccetera eccetera)… la prostituzione… “cosa antica quando il mondo”.
Pensando che antico quanto il mondo è forse solo il Male. Ma deve essere in fondo cosa che neppure ci convince tanto, se ci si è industriati a immaginarsi in un tempo prima del nostro tempo, in quel paradiso terrestre dove il male era a noi sconosciuto e dove pure forse ci piacerebbe tornare…
Ma intanto… Guardando alle tristi cronache dei nostri giorni, in questo paese che pure, a considerare onestamente le nostre ascendenze, è paese di meticci… viene in mente un’osservazione di Sancio Panza, lo scudiero di Alonso Quijano, che, ricordando quello che diceva sua nonna, afferma serio: “nel mondo non ci sono che due razze, quella di chi ha e quella di chi non ha”.
E ben affollata la razza di chi non ha…
Quelli che come Bofode e gli altri morti nella strage in Puglia… la cui vita non vale il prezzo della frutta che portiamo (per lo più grazie a loro) in tavola.
Quelli che non vogliamo veder chiedere l’elemosina nei nostri bei centri storici, che siano italiani o stranieri…
Quelli che vivono il disagio sociale ed economico delle periferie… che quando istigati alla caccia ai capri espiatori di sempre (rom e sinti, migranti e rifugiati) liquidiamo con la facile retorica della guerra fra poveri…
Quelli che (italiani e non) “sgomberati” da case occupate e centri sociali… in città che hanno archiviato da tempo l’idea di seri piani per gli alloggi popolari…
Quelli che rom (sottospecie di quelli di cui sopra)… come le duecento persone scacciate a Roma da Camper River, lasciate accampate sotto il sole, con i loro bambini…
Quelli che se entrano nelle nostre case per rubacchiare abbiamo ben diritto di prendere a fucilate…
Quelli che se stranieri, poveri o disabili, diventa un vanto non averne a scuola, (come da rapporto di autovalutazione di un liceo del centro storico di Roma)…
Solo un pugno di esempi, restando dentro i confini nazionali. Allungate voi l’elenco, se volete… magari guardando alle dinamiche del mondo e con uno sguardo ai paesi le cui ricchezze abbiamo sistematicamente rapinato…
Tornando a Sancio Panza, lo scudiero annota che fra le due razze, quella che non ha e quella che ha, la citata nonna “stava per quella di chi ha”.
E noi, con chi stiamo? E quanto siamo razzisti? Più di prima? Meno di prima?
Una risposta il Randagio se l’è data dopo aver letto con stupore la notizia del messaggio ascoltato dall’altoparlante del regionale Milano-Cremona: “I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. E agli zingari: scendere alla prossima stazione, avete rotto i cogl…”. Per non parlare dell’infinita tristezza dei commenti che sono seguiti contro il passeggero che ha denunciato la cosa…
“Forse – mi ha detto il Gatto – il dipendente delle ferrovie che ha concepito e pronunciato quel messaggio un po’ razzista lo era da sempre. Ma solo oggi, temo, si è sentito libero di esprimersi, usando oltretutto un linguaggio (e una parolaccia) davvero poco consono a chi svolge un pubblico servizio… D’altra parte, perché controllarsi se dai vertici del paese c’è chi plaude, e linguaggio migliore certo mediamente non usa? Il difetto, si dice, sta nel manico…”
E le parole vanno ben oltre il loro significato letterale, segnano tracciati, scavano solchi…
“E quando si comincia, – ha continuato il Randagio – non si sa poi dove arriverà quel solco”.
Infatti… tempo fa, (ricordate?) viaggiando su una delle Frecce del nostro tempo veloce, il Gatto aveva trovato davvero disturbante la voce di un annuncio, che con tono complice chiedeva, alla “clientela”, per “garantire la qualità dell’offerta” (???!), di non acquistare oggetti o bevande o viveri da persone salite sul treno e invitava con tono ammiccante a “segnalarne” la presenza. Invito alla delazione, insomma. E si era chiesto, già allora, il Gatto, “che razza di gente stiamo diventando”… e ora, passo passo…
Oggi quel benedetto Gatto (è proprio in vena di classici, ha fatto il liceo) mi mette sotto il naso una frase del nostro Manzoni:
“Noi uomini siamo in generale fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi; sopportiamo, non rassegnati ma stupiti, il colmo di ciò che in principio avevamo chiamato insopportabile”.
Che dio ce ne scampi e liberi… dal ritrovarci un giorno tutti prigionieri, e stupiti, dell’insopportabile.