Qualche sera fa ho visto un film, che come pochi mi ha colpito negli ultimi tempi. Al cinema Aquila , per chi è a Roma, dove sarà in programmazione ancora per qualche giorno. “Le cose belle”, di Ferrente e Piperno, andatelo a vedere, se potete, frugando fuori dai circuiti ufficiali, troppo distratti per le verità vere che amiamo tanto rimuovere. Girato a Napoli, e Napoli tutta è periferia che non vogliamo vedere, i suoi dolcissimi protagonisti, incontrati 13 anni fa e andati a ripescare 13 anni dopo, interrogano e s’interrogano, raccontano e si raccontano… e riso e pianto in chi vede sono incontenibili. La lingua è quella napoletana. Ci sono sottotitoli, ma non sempre… ma non necessariamente necessari, anche per chi è nato a nord del Garigliano.. la lingua, qui, è la cosa stessa che viene pronunciata e non ha bisogno di “traduzioni”… un piccolo capolavoro, che, ho pensato uscendo dalla sala, solo chi ha davvero amato e ama gli “oggetti soggetti” del suo racconto può realizzare con tanta accuratezza e profondità… “Le cose belle…, dunque, per riecheggiare un augurio che dalle nostre parti si fa : “tante belle cose…”, si dice salutando… che è augurio, accorato, di chi sa che tutte quelle cattive nessuno te le risparmierà mai. Ma che almeno, sul tuo cammino, possano le cose belle essere tante… come tutte quelle che i ragazzi nel film sognano e ancora sono lì, nascoste da qualche parte nei loro occhi, tredici anni dopo…, dopo tredici anni già pieni di sconfitte….