La verità oggi è la foto di una donna buttata in terra. Chiusa nella cella di sicurezza del comando della polizia municipale di Parma. Non se ne vede il viso, con la testa schiacciata nell’angolo sul pavimento. Ha le braccia torte abbandonate sotto la parete. Indosso solo una canottiera rossa. E macchie di polvere sulle lunghe gambe, da gazzella abbattuta da bracconiere. Perché nigeriana, perché prostituta, perché pericolosissima. Colpevole, ogni giorno, di essere l’oggetto del gioco degli esuberanti maschi nostrani. Colpevole, chissà quante volte, di essere stata violentata. Colpevole, e questo è davvero imperdonabile, di non essere ancora morta ammazzata, da uno qualsiasi dei presunti perbenissimi acquirenti di corpi che girano a piede libero.