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    La quercia il Gatto e Maddalena …

    QuerciaVedete quest’albero piegato dal vento? E’ una quercia… “Albero forte, centenario, piegato dal maestrale, con le radici anche scoperte ma forte e vivo, che nonostante le difficoltà e le intemperie resiste….”. Così racconta Maddalena, che ne ha fatto il simbolo della sua casa, Casa Madda, a Selargius, sul confine di Cagliari, dove mi ha ospitato la settimana scorsa. Sì, perché l’altra settimana Gatto Randagio è tornato in Sardegna. Come mancare all’appuntamento di Buon compleanno Faber… così magistralmente e simpaticamente orchestrato da Gerardo Ferrara, il padrone di casa della manifestazione costruita intorno alle canzoni di De André…
    Ma mi perdonerà Gerardo se questa volta non parlerò di lui e neppure dei tanti temi che si sono dipanati fra incontri mattutini nelle scuole e serate a Cagliari e dintorni, e neppure dei tantissimi suoi ospiti… che ognuno meriterebbe pagine …
    Il fatto è che questa volta Gatto Randagio ha passato tutto il tempo praticamente acquattato sotto le gonne di Maddalena. Maddalena Senis, mad9la persona, diciamo la verità, più citata e più attesa… che ogni sera è arrivata puntuale avvolta dal profumo dei gran cibi che prepara per la festa…
    Dedicato dunque a Maddalena. A rappresentare quel gruppetto di appassionate persone che non salgono sul palco, ma senza le quali ben poco si farebbe, e che della manifestazione sono l’anima pulsante. Tecnico del suono, operatore di ripresa, fotografo, che qui è una fotografa… e tutti gli altri amici ognuno in qualche modo a contribuire… E poi arriva lei. Carica delle enormi zuppiere per la cena degli ospiti che hanno affollato la settimana scorsa la Casa della Cultura di Monserrato, bel restauro di quella che un tempo fu Casa del Fascio…
    Gatto Randagio, vi dicevo, che quest’anno un ruolo ufficiale nel festival non l’aveva, è andato lo stesso, per il piacere di ritrovarsi lì in mezzo. L’impegno era comunque a far qualcosa… -Vedi tu- aveva detto Gerardo- magari ti metti con la mamma di Alice a leggere i tarocchi…-
    -No i tarocchi no, è tanto che li ho messi da parte… è roba che scotta… e poi sono fuori allenamento-
    -Allora vai ad aiutare Maddalena a cucinare-
    E il Gatto non se l’è fatto ripetere due volte. E’ corso volando sull’acqua del mare… a essere onesti, piuttosto che aiutare, a “guardare” Maddalena cucinare e inseguire la calda scia dei suoi profumi.
    Maddalena, dai larghissimi occhi verdi, verde acqua del mare quando è tranquillo. Ma tranquilla lei non sembra affatto, ché c’è sempre qualcosa da fare, qualcuno da aiutare, un progetto da sostenere…
    E’ un fiume di parole Maddalena, e i suoi occhi si allargano ancora di più e sembrano voler uscire dal perimetro del volto, quando parla della sua Sardegna, di cui tanto conosce, nel bene e nel male… E la vedi… lì in prima fila a manifestare per chiedere alla Regione che infine anche la Sardegna abbia il suo registro dei tumori… o quando per “sa domu non si tocca”… o per chiedere “lasciateci entrare” nei centri di accoglienza per migranti a verificare lo stato delle cose .. o a dare la voce alle proteste dei malati di sla… lei che fra le tante cose è, insieme a Peppino, il marito, fra i fondatori di Presidio piazzale Trento, associazione nata “per unirsi e urlare a gran voce che la Sardegna non è terra di conquista”.
    “Ho assistito in questi anni alla devastazione della nostra terra, alla distruzione del nostro comparto economico e alla moria delle nostre piccole imprese indebitate con lo stato e costrette a chiudere i battenti dall’oggi al domani… Mio malgrado sono stata testimone di sfratti, di gesti disperati di chi non ha retto all’umiliazione di perdere il lavoro e la dignità… ”
    Mi piace parlare di lei e della sua vita affollata di generosità, perché rappresenta un’Italia di cui spesso ci dimentichiamo, fatta di persone che mai si arrendono, che tessono reti, e sono quelle che impediscono che questo paese vada a fondo e ne fanno un paese molto migliore della rappresentazione media che se ne dà. Maddalena… che magari sarà entrata nelle statistiche delle persone rimaste senza lavoro prima di arrivare alla pensione, e che pure, a un’età per niente facile, ha iniziato tutto daccapo. Era dipendente di un consorzio di servizi alle imprese, dove collaborava anche all’amministrazione, come pure all’amministrazione della piccola azienda di suo marito, due realtà che non hanno retto alla crisi… ma Maddalena è proprio come la sua quercia, lì a sfidare il maestrale… Si è rimboccata le maniche e ha trasformato la sua casa in un accogliente bed and breakfast. Ma accogliente la sua casa lo era anche da prima, ve lo assicuro.
    E’ stato da subito un piacere fermarsi ad ascoltarla parlare della sua vita di donna sarda, della sua famiglia affollata di fratelli (tutti troppo presto partiti per un lavoro lontano), delle cose della vita di tutti i giorni, dell’ieri e dell’oggi… degli alberi quest’anno carichi di limoni del suo giardino… di quel sapone d’olio miracoloso, “che… provalo… vedrai…”.
    “Accasazare… qui diciamo così”. Monica Murru, l’avvocato alla quale da un po’ il Gatto si accompagna in alcuni dei suoi viaggetti in direzione ostinata e contraria, che è stata lì con me, ha tradotto nel suo nuorese un sentimento che facevo fatica ad esprimere…
    Il Randagio si è sentito davvero a casa, persino fra le zampone dei due splendidi maremmani bianchi che da mestiere dovrebbero essere a guardia della casa, ma che in realtà sono dolci e affettuosi come la proprietaria… casa madda
    Davvero grazie a Maddalena, che si troverà lì a far la cuoca per Buon compleanno Faber, ha pensato il Gatto, per assonanza con la canzone di de André …
    “Per i tuoi larghi occhi,
    per i tuoi larghi occhi chiari
    Che non piangono mai,
    che non piangono mai…”
    Randagio innamorato… l’ha invitata a Roma per ricambiare tanta ospitalità, “… ma i tuoi larghi occhi, i tuoi larghi occhi chiari, anche se non verrai, non li scorderò mai…”, ha canticchiato col cuore strutto (nel senso di struggere), sfogliando sul volo del ritorno gli appunti presi prima di partire… Quel buongustaio di un gattaccio… era il menù dell’ultima sera…“orecchiette al pesto di rucola noci e pomodori camona, pasta alla carlofortina, cavolfiori e finocchi gratinati al pecorino, malloreddus alla campidanese, un mare di verdure fresche…”
    Così, giusto per smorzare il languore dell’anima…

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