C’è qualcosa che non va… qualcosa che non quadra… mi era subito sembrata “strana”, oltre che drammatica e scandalosa, la notizia del ragazzo di origine ecuadoregna, venti anni, ucciso a Genova con cinque colpi di pistola, cinque colpi di pistola non alle gambe, alle braccia, ma in punti vitali, nel corso di un “Tso”. Tso, trattamento sanitario obbligatorio…
Cinque colpi di pistola? Trattamento sanitario obbligatorio? Non sarebbe la prima volta di un tentativo di Tso con esiti così drammatici (ma questo naturalmente non può giustificare…), ma… leggo di Tso, eppure si parla solo di un intervento di polizia?
Allora, che volete, ho chiamato lo psichiatra Peppe Dell’Acqua che, attraverso la sua rete di collaboratori e conoscenza, mi racconta di un’altra storia, diciamo più complessa…
Jefferson Tomalà, intanto, non era mai stato in cura presso i servizi psichiatrici, né era conosciuto come “persona pericolosa”. Negli ultimi giorni aveva litigato con la compagna (e la sera prima già agenti della polizia erano intervenuti per controllare, calmare e dirimere…). Chi lo conosceva, e conosce la condizione della sua famiglia, i suoi cinque fratelli, parla di “una ciliegina su una torta di disperazione”… Quel giorno Jefferson tornato a casa, sembra ubriaco, minaccia di uccidersi… il pastore evangelico che segue la famiglia, per proteggerle, ha allontanato la compagna di Jefferson e la loro figlioletta… la rabbia del ragazzo aumenta e la madre spaventata, non riuscendo a controllarlo, chiama il 112, il numero unico delle emergenze che, considerata la situazione di pericolosità, chiama il 113. Arriva anche un medico.
Difficile, delicato il compito degli agenti… che usano spray al peperoncino, sembra, che agita ed esaspera ancora di più… lui ha un coltello in mano, aggredisce, ferisce un agente e poi… quei cinque colpi di pistola che lo uccidono… Non era in corso nessun Tso… perché, prima che un trattamento sanitario obbligatorio venga avviato, altra è la procedura.
Senza voler incolpare nessuno, commenta Dell’Acqua: “Ma quanta fragilità, quanta impreparazione… quanta confusione, di fronte a una persona esasperata e disperata, impaurita, evidentemente poco capace di controllo… tristissima, scandalosa vicenda, mentre, con confusione, si parla di Tso con l’idea che sia una misura di polizia…”
Cosa fa scandalo in tutta questa tristissima storia. Intanto la morte di un ragazzo di venti anni, del quale, tranne che ai genitori, alla compagna e, quando capirà, a una bambina che crescerà senza padre, sembra non importi molto a nessuno… a cominciare dal ministro dell’interno che solo ha un pensiero di solidarietà per il militare che (suo malgrado) ha ucciso e che, lui sì, sa avere oggi un pensiero addolorato per la sua vittima…
Cosa fa scandalo. Che si liquidi la morte di un ragazzo come un caso di trattamento sanitario obbligatorio (e non è così), come se bastasse pronunciarne l’acronimo per giustificare interventi violenti… “E’ quanto la deriva drammatica delle psichiatrie va producendo – riprendo il pensiero di Dell’Acqua-, mentre il Tso è pensato come strumento per accrescere il diritto di chi si trova in difficoltà, in condizioni di estrema fragilità, per garantire il diritto alla cura, alla salute, alla dignità.. Per cominciare: il Tso non è un mandato di cattura…. mentre sono ancora troppi i luoghi dove polizia, carabinieri e vigili urbani sono delegati dalle psichiatrie alla “cattura” delle persone. Eppure buone psichiatrie capaci di incontrare l’altro, di disporsi all’accoglienza, di contrastare veramente lo stigma e di curare sono presenti e possibili”.
Cosa fa scandalo. Che ciò che sembra ora urgente sia dare in dotazione alle forze di polizia la pistola taser ( così ha subito dichiarato il capo della Polizia).
Avete visto “La forma dell’acqua”? La scena in cui il “mostro” viene ridotto all’impotenza da scariche elettriche… siamo lì.
Sono andata a cercare, per capire meglio: il taser non uccide, certo, ma “ semplicemente” spara addosso al malcapitato due dardi che, collegati all’arma con cavetti, mandano una scarica elettrica ad alta tensione. Breve, brevissima. Quanto basta per far collassare il sistema nervoso, e produrre convulsioni. Una sorta di crisi epilettica. Ma senza uccidere. Arma “meno che letale”. Peccato che le Nazioni Unite lo considerino strumento di tortura. Peccato che Amnesty denunci che negli Stati Uniti faccia decine e decine di morti. Che poi, controbattere che probabilmente chi ne è morto è morto per suoi problemi cardiaci… è come dire che Stefano Cucchi sia morto non perché brutalmente pestato, ma perché troppo debole per resistere al pestaggio…
E c’è da averne paura in un paese dove la legge sulla tortura, pur con tante contorsioni approvata, alla fine, se leggete con attenzione, la tortura sembra autorizzarla (basta torturare una sola volta…).
La forma dell’acqua… e quanti “mostri alieni” da inchiodare negli spasmi: delinquenti, ladruncoli, mattarelli, agitati… chiunque con gesti inconsulti attenti alla nostra tranquillità. Una moderna camicia di forza, che strizza l’occhio al buio dell’elettroshock. Ennesimo prodotto di una cultura della pericolosità dura a morire.
Cosa fa scandalo. Che fra qualche giorno del povero Jefferson, ucciso a vent’anni in un momento di estrema fragilità e disperazione, non si ricorderà più nessuno (tranne i genitori, la compagna, la figlia che un giorno saprà)… Ma non è solo questo. Pensandoci…
Provate a mettere in fila la sua morte (e l’arrivo delle pistole elettriche), la morte di Soumalia, il giovane sindacalista venuto dal Mali ucciso in Calabria (per il quale un pensiero dalle “istituzioni” è arrivato “tiepido” solo dopo qualche giorno…)… e poi, anzi prima di tutto, il braccio di ferro sulla pelle dei migranti in alto mare, lo scandalo del rifiuto di approdi che ancora continua…
Tutti questi episodi messi così in fila, insieme ad altri inquietanti episodi che magari non sono arrivati sulle prime pagine dei giornali… li trovo in una riflessione che leggo sulla pagina di Potere al popolo (forse perché nuova formazione? Forse perché rimasta “fuori dal sistema” e il sistema sembra vederlo nel suo insieme meglio di chi vi fa in qualche modo parte?) che scrive: “Il governo (penta) leghista, insediatosi da appena dieci giorni, sta mettendo a verifica la tenuta nell’opinione pubblica di alcuni dei punti nevralgici del contratto di governo come quello della difesa sempre legittima e della tolleranza zero verso i migranti”. C’è da pensarci, e di che tremare…
Ancora un “dettaglio” che a me fa ugualmente scandalo. Il fatto che, come scrive Gad Lerner, “in questa Italia apparentemente inferocita capita spesso che i ministri facciano i loro annunci e le loro querele “non come politico, ma in quanto padre”. Commovente richiamo alla tenerezza verso i figli, consigliato dagli esperti di marketing”.
Mi chiedo se, diventati adulti, quei figli in nome dei quali a tanto si arriva, vorranno davvero ringraziare tali padri. Chissà che, raggiunta l’età della ragione, guardandosi intorno, affogando nel disastro che di questo passo si rischia verrà, qualcuno non se ne vergognerà, di tali padri…