Sogno d’una notte di mezz’estate. Nell’incanto del Teatro di Ostia Antica. Ipnotizzati dal canto di Ian Anderson, pifferaio magico dei Jethro Tull. Ancora, quarant’anni dopo, a incantare con trilli, frulli e scale come fuochi d’artificio. Soffi magici, che diventano vento, e l’illusione e’ che in questa notte immobile d’afa, le chiome immense dei pini alle spalle del palco ondeggino anch’esse. Mosse, dal vento della musica. E ondeggia e sussulta con i pini, tutta la platea di giovani d’oggi e di giovani del tempo che fu, legati insieme da un’unica fascinazione, scritta sul pentagramma di uno spartito lungo quattro decenni. Per tutti ritorna la danza festosa e struggente intorno alla suite per liuto di Bach. Soffi di vita, che sfiorando, lasciano, sulla pelle, brividi.