Cercando sonorità che evochino la Grecia. E ritrovando i passi di sirtaki di Zorba il greco. E il danzare assoluto di Anthony Quinn. A un tempo corposo e aereo. Corpo e cielo, sullo sfondo di una spiaggia secca di pietre. Umida di vento e onde. Dal sapore di terra e sale. Passi, che sfiorano il suolo, accarezzano il vento. E si intrecciano. Lenti. Ancora lenti. Poi prendono ritmo e sembrano inseguirsi senza mai più toccare terra. E il bianco e il nero della pellicola del passato vira nell’azzurro e nel bianco della luce del mare. E quando il ritmo cresce, cresce, cresce fino all’impossibile, Zorba è solo quella danza, e l’aria e il mare. Appassionato e appassionante, come sa esserlo un uomo che danza la vita.