E non è finita lì. Appena poco più avanti, sulla sinistra, invece. Nel tratto dove il binario per un po’ si allontana dal bordo della consolare. Dove nel disordine crescono rovi e cespugli, e alberi fitti compongono una boscaglia. Avevo notato anche lì già qualche anno fa il tetto di una baracca. Poi col tempo ne sono spuntate altre. Non è facile scovarle. Bisogna saper vedere e io col tempo le ho viste moltiplicarsi. Tradite da pochi segni: qualche panno messo ad asciugare su un ramo, il fumo di un fornello, una sedia e l’angolo d’un tavolo all’aperto quando l’inverno non è stato così cattivo. Ma passando, proprio quest’anno, una mattina che la primavera non era ancora arrivata, esattamente in quel punto, ho percepito uno strano vuoto. Approfitto di un segnale confuso per rallentare la corsa, e vedo. E’ un largo tratto di terra nuda. Dove prima erano cespugli, rovi e alberi. Qua e là, fra brevi mucchi di stracci, alcuni oggetti di vita domestica. Dell’illusione di una vita domestica che rovi e cespugli e alberi tenevano al riparo e che adesso è stata spazzata via… Come calpestata da giganti gendarmi. Pochi metri più avanti sembrava tutto già molto pulito. troppo. Pulizia che sa di macabro. Degli alberi erano stati lasciati solo bassi tronchi mozzati. Segati con precisione chirurgica tutti alla stessa altezza, poche decine di centimetri da terra. Sembravano arti morti, piantati nell’erba senza respiro. Mostravano, oscene, le loro sezioni nude, bianche di taglio ancora fresco. Poco più avanti, coricati in terra, si allungavano i tronchi amputati. Alcuni fatti a fette. Ma ancora ogni tratto era disposto in fila, uno dietro l’altro, a disegnare la sagoma della vita che erano stati. Nella gran pena che ho provato, ho avuto un desiderio folle. Che arrivasse almeno presto qualcuno. A stendere su quel tratto di terra un velo. Con gesto di pietà, almeno per questi alberi morti. Pensando a tutti gli alberi del mondo. Che sono, disse un filosofo che non ricordo, caduti sulla terra, angeli feriti. Come tutti coloro dei quali, quegli angeli, sono stati custodi.