Prendendo appunti, a proposito di libri, librerie e biblioteche… Due foto che arrivano da Napoli.
Dal centro dell’inquadratura ci guardano due persone. Dalla prima un ragazzo, dallo sguardo garbato, e un cenno timido delle labbra. Giancarlo Di Maio, 27 anni. Sullo sfondo una parete di libri. Che è lo sfondo del suo sogno: essere libraio per sempre. Impresa difficile nel centro storico di una città dove negli ultimi tempi decine di librerie hanno chiuso i battenti e ora anche la sua Dante&Descartes, che pure ha una storia antica che vanta anche un’attività editoriale, rischia di dover andare via. I proprietari hanno messo in vendita il locale, al numero 14 di piazza del Gesù Nuovo.
Dalla seconda foto ci guarda un uomo dallo sguardo acuto e a un tempo lontano di chi ha attraversato tante stagioni. Alle spalle, la libreria del suo studio che si percepisce immensa, e libri, uno sull’altro, in pile. accanto e dietro di lui… si immaginano ovunque. E così è la casa di Gerardo Marotta, personaggio leggendario, avvocato, filosofo, presidente dell’Istituto italiano per gli Studi Filosofici. E quel mare di libri che lo circonda, nella sua casa di viale Calascione, sopra Chiaia, poco lontano da piazza Plebiscito, è solo una piccola parte dell’immenso patrimonio che per il suo Istituto ha accumulato negli anni. Trecentomila volumi, si calcola. Una sterminata raccolta di testi, molti quasi introvabili, riviste, pubblicazioni… tutto che rischia di disperdersi, lasciato ad ammuffire in prigioni di depositi e capannoni di periferia, per via di una storia di ordinaria, inqualificabile, colpevole indifferenza che si fa fatica a ripercorrere. E si prova anche un po’ di vergogna, a leggere di tagli alla cultura, fondi promessi e mai arrivati, Equitalia che bussa alla porta… c’è di mezzo anche una sentenza del Consiglio di Stato non “ottemperata”, e burocrazie inerti che rischiano di cancellare il patrimonio di libri nato da quella che Angelo Mastandrea, in un suo dettagliato e bell’articolo per Internazionale dell’estate scorsa, definisce la “magnifica ossessione dell’avvocato Marotta”. E dallo spirito “illuminista” che da sempre lo sorregge…
Quasi una follia, se Gerardo Marotta ha speso tutto il suo patrimonio personale (e anche quello della moglie, racconta) per mantenere in vita la biblioteca del suo Istituto, che è diventato nel tempo centro culturale riconosciuto a livello internazionale, che a leggere i nomi che vi hanno girato intorno viene il capogiro…
Per Gerardo Marotta e la sua biblioteca, qualche anno fa si sono mossi intellettuali di mezzo mondo, con un appello che ha raggiunto le 25 mila firme. Ma, chi dovrebbe ascoltare non ascolta. Diciamo la verità, il nodo è, ahinoi, politico. Di una politica sorda che sempre più immiserisce…
Gerardo Marotta, ci guarda dalla foto severo. Con il suo cappello nero, avvolto nel cappotto, quasi a riscaldare il freddo dell’assenza, di risposte che non arrivano. Ma non si arrende. Finché può, per come può, i suoi libri sono a disposizione di ricercatori e studenti. Lui che da sempre affida alla filosofia la speranza di riscatto civile.
Nei miei appunti, il suo sguardo continua a sovrapporsi a quello del giovane libraio di Piazza del Gesù… Perché è una bella e generosa storia anche quella della libreria Dante&Descartes, una volta, come racconta Giancarlo Di Maio, scandita dal tempo dei pasti della mensa per i poveri, che si trova ancora oggi nello spazio lì accanto. Dove ancora molti che frequentano la mensa si affacciano per chiedere libri… “libri nuovi, o libri perduti… qualcuno pagava, qualcuno no,.. ma sono sempre riuscito a soddisfare la loro sete di conoscenza…”
Di Maio sta cercando di comprare i locali messi in vendita dai proprietari, e ha avviato una campagna di crowdfunding piuttosto insolita: chi donerà una cifra che aiuti ad acquistare il locale riceverà l’equivalente in libri. La garanzia che Di Maio offre se riesce nell’impresa? “Finché sarò in vita (e spero anche dopo di me) a piazza del Gesù Nuovo 14 ci sarà una libreria stracolma di libri a disposizione dei lettori”.
«A piazza del Gesù Nuovo 14 non volava una carta», è la pagina FB su cui potete andare per saperne di più.
Lo sguardo del giovane libraio e quello del vecchio avvocato filosofo. Sullo sfondo di pareti di libri che sembrano fondersi l’una nell’altra. Hanno in comune lo spirito ostinato di chi non si arrende a questi tempi tristi… Due storie diverse, nel tempo e nello spazio, che pure raccontano la resistenza, che tutta si gioca nel breve perimetro dello spazio struggente del centro di Napoli. Appena duemila metri dividono la libreria al numero 14 di piazza del Gesù dal palazzo di viale Calascione. Nemmeno una mezzoretta a piedi, passando per via Toledo…
E farà sicuramente piacere, all’avvocato Marotta, sapere di quanti, moltissimi ragazzi, stanno con passione rispondendo al sogno del giovane libraio… “Non so se è ancora possibile sognare in questo paese, – è uno dei messaggi arrivati in piazza del Gesù- ma io non voglio perdere la speranza!!!”
In attesa che chi deve svegliarsi si svegli, sapere di giovani che intorno ai libri costruiscono visioni, dilata il tempo della vita. E viene da immaginarlo, il Maestro Marotta, percorrere, nello spazio e nel tempo, le strade della conoscenza e del pensiero libero, a capo di un piccolo grande esercito di giovani, generosi, ostinati sognatori…
Immagine visionaria? Forse. Ma è con i sogni dei visionari che il mondo è sempre andato avanti. E mai come ora ne ha bisogno…