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    Il decoro nel cassonetto

    medium“… e più di tutto vorrei che scomparisse, sprofondata nel più profondo degli inferni, la parola “decoro”, che non capisco più. Mi avevano insegnato fosse cosa buona, qualità dei nostri pensieri e gesti. E’ diventata spada da brandire contro la povertà di questi tempi bui e disperanti”. Gatto Randagio all’inizio dell’anno aveva espresso questo desiderio…
    Ma il decoro, diventato per decreto inquietante parola d’ordine, produce i suoi frutti amari…
    “Dovrò conservarlo per tempi migliori, quel mio desiderio…”, ha pensato il Gatto leggendo della decisione del comune di Genova di multare chi rovista nei cassonetti…
    Da randagio, di lusso per carità, ché di randagismo di pensiero e culturale il suo si tratta… ne è rimasto davvero tanto tanto turbato, abituato com’è a gironzolare, distrattamente osservare, e capace di trovare piccoli tesori frugando qua e là, persino nell’immondizia… Certo le 200 euro di multa lui se le potrà permettere. Ma tutti gli altri? Quelli che… per povertà, per fame, per disperazione…
    “Nessuno colpirà chi prende le cose per fame, ma solo chi getta cose in terra”, assicurano.
    Come dire, prendete e mangiatene… ma poi rassettate, lavate le stoviglie e guai a chi lascia macchie sulla tovaglia…
    Ancora: “Applicheremo il provvedimento con criterio e con rispetto nei confronti delle persone indigenti”. E si assicura che la regola verrà applicata con umanità. “Le persone in stato di bisogno non saranno certo multate ma al contrario aiutate”.
    Ma allora chi sono mai questi mascalzoni da multare, che non trovandosi in stato di bisogno vanno a frugare nella spazzatura, scompigliandola tutta? Escludendo naturalmente i Randagi un po’ snob che lasciano sempre tutto più pulito di prima… (ammette il Gatto di aver raccattato lo scorso gennaio uno splendido ramo carico di lustrini che doveva aver addobbato una vetrina delle feste… perché tanto spreco, si è detto… sarà l’albero del prossimo Natale),
    Viene da parafrasare l’episodio raccontato da Fritz Lang, che giusto giusto in un mese di marzo, era il 1933, fu convocato dal ministro della propaganda della Germania, Goebbels, che gli propose di diventare una sorta di “Fuhrer” del cinema tedesco e che, all’osservazione stupita di Lang ( “Signor Goebbels, forse lei non ne è a conoscenza, ma debbo confessarle che io sono di origini ebraiche”), disse: “Non faccia l’ingenuo signor Lang, siamo noi a decidere chi è ebreo e chi no!”. Lang fuggì da Berlino quel giorno stesso.
    E in quel di Genova e dintorni? Chi e come decide chi fruga per bisogno e chi no?
    Scusatelo, ma da persona, cioè da gatto, che tante ne vede in strada, un brutto presentimento il Randagio ce l’ha. Forse qualcosa di più di un presentimento…
    Un giorno ha sentito una signora esclamare con stizza: “Insomma, non posso vedere queste scene… questi zingari… è una questione di decoro…”. Era una signora dall’aria molto perbene, che con una certa smorfia di ribrezzo additava, all’angolo di una strada qui nei dintorni dell’Esquilino, una giovane rom che rovistava in un cassonetto…
    E poi, gli “zingari”, si sa, rubano. Rubano anche i bambini all’occorrenza, pensa ancora qualcuno… volete che non abbiano 200 euro da pagare…? e se non pagano? Se fanno resistenza? Allora, sapete, ci sono tante celle pronte ad accogliere chi si macchia del reato di resistenza a pubblico ufficiale… e allora sì, che pulizia è fatta!
    Ma non è detto che finisca lì. Se molto è affidato all’umanità, e all’umore, del pubblico ufficiale o del denunciante di turno. Non solo rom, insomma… e le norme aiutano…
    Dall’archivio dei suoi appunti il Gatto ha tirato fuori un take d’agenzia del 9 luglio 2009: “Ruba un pacco di wafer del prezzo di un euro e 29 centesimi in un discount e viene condannato a tre anni di reclusione. L’uomo, 40 anni, invitato a consegnare la refurtiva tentò di divincolarsi, ma fu presto immobilizzato e consegnato ai carabinieri. -Mi vergogno, avevo fame…- la giustificazione… Ma in passato aveva già avuto condanne per piccoli furti, non ha potuto beneficiare dell’attenuante del danno lieve. Effetto della legge Cirielli…”
    (A margine, dallo stesso archivio, impossibile non notare l’appunto di tre giorni prima, ché a poco più di tre anni, tre anni e sei mesi a essere precisi, il tribunale di Ferrara condanna i quattro poliziotti accusati di eccesso colposo nell’omicidio di Federico Aldovrandi, morto a 18 anni, durante un intervento di polizia. Ma non perdiamo il filo…).
    Tornando a questioni di decoro… Anno per tanti versi precursore, il 2009. A Roma, in Campidoglio, ci fu un certo dibattito sull’opportunità di emanare un’ordinanza contro chi rovista nella spazzatura. Fu sollevata, anche allora, la questione del decoro, ma non se ne fece nulla. Quella parola comunque continuò a serpeggiare qua e là, insieme a tanto tuonare di “pulizia”, “sicurezza”, “allarme” … tanto che passando lungo le strade di sempre, il Gatto ben presto notò l’assenza delle donne, di qualche vecchio, dei gesti questuanti in attesa di elemosina, magari anche di qualche parola, che era abituato a incontrare ogni mattina, all’andata, ogni sera, al ritorno…
    Torneranno, si era detto. E in effetti, la capacità di resilienza di cose e persone, la crisi che ha peggiorato la condizione di molti ancora… sono tornati, e in tanti.
    Sì, se ne vedono sempre più, di persone lì a frugare nella miseria. E che voragine si apre in quei cassonetti… oggi con una vicenda che si fa troppa fatica a leggere… il corpicino di un neonato fra i rifiuti… dramma, s’immagina, di miseria devastante…
    Ma la miseria è come una malattia infettiva… contagia l’animo di chi se ne crede immune…
    E rimane un dubbio: chi è che davvero sottrae decoro al mondo? Di chi bisogna davvero avere ribrezzo? Le risposte non sono mai semplici, a voler con onestà cercare…
    Ma una risposta ancora una volta il Gatto l’ha trovata aprendo una pagina dei quaderni di appunti di Elias Canetti. Un pensiero che costringe a guardarsi dentro, e suona spaventoso come le trombe del Giudizio…
    “Diventiamo tutto ciò per cui abbiamo avuto un particolare ribrezzo. Ogni ribrezzo era un cattivo presagio. Ci siamo visti in uno specchio deformante del futuro, senza sapere che guardavamo noi stessi” .

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