La risposta, forse, in una fiaba. Ecco. “La camicia dell’uomo contento”.Ascoltate…
C’era una volta un re, che aveva un solo figlio, al quale voleva bene come alla luce dei suoi occhi. Ma questo Principe era sempre scontento. Passava intere giornate affacciato al balcone a guardare lontano. “Ma cos’hai?” gli chiedeva il Re. “Sei innamorato? Se vuoi una qualche ragazza, dimmelo e te la farò sposare, fosse la figlia del Re più potente della terra o la più povera contadina!” “No, padre, non sono innamorato”. “E allora, cosa ti manca?” “Non lo so, padre mio, non lo so neanch’io”. E ancora oggi, quante volte non sappiamo… o non vogliamo sapere… Comunque. Il nostro Re provò di tutto per rallegrare il principe scontento, teatri, balli, canti. Ma nulla… il viso del Ptrincipe di giorno in giorno impallidiva sempre più. Allora il Re emanò un editto e convocò da tutte le parti del mondo la gente più istruita: filosofi, dottori, professori. Mostrò loro il Principe e chiese consiglio. Tutti quei saggi si ritirarono a riflettere, poi tornarono dal Re con la risposta: “Maestà, abbiamo pensato, abbiamo letto le stesse, ed ecco cosa dovete fare: cercate un uomo che sia contento, ma contento in tutto e per tutto, e cambiate la camicia di vostro figlio con la sua”. Quel giorno stesso, il Re mandò gli ambasciatori per tutto il mondo a cercare l’uomo contento. Gli fu condotto un prete, che sembrava davvero contento. Il Re gli chiese: “Avresti piacere a diventare i mio vescovo?” “Magari!” rispose il prete. E allora il Re lo cacciò via: “Fuori di qua! Cerco un uomo felice e contento del suo stato, non uno che voglia stare meglio di com’è”.Gli ambasciatori ripartirono e ritornarono raccontando di un altro Re suo vicino che era proprio felice e contento: aveva unamoglie bella e buona, un mucchio di figli, aveva vinto tutti i nemici, e adesso il paese stava in pace. Subito il Re, pieno di speranza, rimandò gli ambasciatori a chiedergli la camicia. Il Re vicino li ricevette, ma… “Sì, sì, non mi manca nulla” disse.”Peccato però che quando si hanno tante cose, poi si debba morire e lasciare tutto! Con questo pensiero, soffro tanto che non dormo alla notte!” Gli ambasciatori pensarono bene di tornarsene indietro. Neanche quel Re, con tutte le sue cose belle e ricche che aveva era davvero felice… ma allora sorge un dubbio: la ricchezza, il possedere, non danno la felicità? E come la mettiamo oggi, che tante volte andiamo a cercarla e comprarla, questa nostra felicità, in contanti o a rate… Comunque. Il nostro Principe era sempre più scontento. Il Re era disperato. Per distrarsi un giorno andò a caccia. E inseguendo una lepre s’allontanò dal seguito. In mezzo ai campi sentì una voce d’uomo che cantava la falulella. “Chi canta così non può che essere contento!” pensò il Re. E seguendo il canto s’infilò in una vigna, e vide un giovane che cantava potando le vito. “Buon dì, Maestà” disse quel giovane. “Così di buon ora già in campagna?” “Benedetto te, vuoi che ti porti con me nella capitale? Sarai mio amico”. “Maestà no, non ci penso nemmeno, grazie. Non mi cambierei neanche con il Papa”. Il re provò a insistere. “Ma no, vi dico. Sono contento così, e basta!” Finalmente un uomo felice! Il Re non stava più nella pelle dalla ciontentezza. Suo figlio era salvo, salvo… Corse a chiamare gli uomini del suo seguito, li condusse dal giovane al quale disse: “Benedetto giovane, ti darò tutto quel che vuoi! Ma dammi, dammi…” “Che cosa maestà?” “Mio figlio sta per morire! Solo tu lo puoi salvare… Vieni qua..” e lo afferrò e cominciò a sbottonargli la giacca. Tutt’a un tratto si fermò, gli cascarono le braccia. L’uomo contento non aveva camicia. Pensiamci un pò anche noi… l’unico uomo in tutto il regno che era davvero felice non aveva la camicia. Insomma, forse un altro mondo, un’altra vita sono possibili… anche oggi…
come il mondo che ad esempio propone Sabina Calogero, che ha girato l’Italia alla ricerca di chi ha detto basta alla felicità dell’uomo moderno, e ne ha fatto un utilissimo libro: “In campagna un’altra vita è possibile”, pubblicato da Terre di Mezzo.