La seconda notte che è venuto, ancora era sera… ma forse era già un pò più tardi. Già avevamo percorso il corridoio che portava sulla strada, ed eravamo su una piazza lastricata di larghe pietre che poteva essere una campo di Venezia, o una corte di chissà quale cortese città. Ancora l’aria era quella di chi è pronto a perdersi nella notte, perché c’è una festa da qualche parte che ci attende. E l’eleganza discreta dei nostri vestiti era quella adatta per la gioia impalpabile e piena e irripetibile e forse già persa di chi sa di essere finalmente al posto giusto. E il suo braccio si allunga sulle mie spalle. Ed è abbraccio lieve e cortese di gioia, che ancora è tremito. E’ forse per questo che la notte successiva, che però non era ancora il tramonto, sulla soglia di casa, prima che andasse via, gli ho regalato quel gattino… Un gattino con l’aiuolina in testa, tutta fiorita di non-ti-scordar-di-me gialli e rossi, che solo nei sogni esistono… Avete presente, quei dolcissimi gattini con l’aiuolina in testa…? Forse è per questo, per il regalo del gattino, che quella notte solo da me è venuto….