Solo un appunto, ancora vibrante dei suoni della chiesa di Sant’Eusebio, a piazza Vittorio, qui a Roma… L’appuntamento era per uno degli incontri di spiritualità e musica ideati dal primo municipio… idea affascinante: 12 chiese per 12 incontri con diverse tradizioni culturali, attraverso la musica…
Questo pomeriggio la liturgia è preghiera, anche, nelle testimonianze di chi il mare l’ha attraversato e la commozione è forte, e il pianto strozza la voce pensando a chi oggi non ce l’ha fatta, a chi questi tempi bui respingono…
La parola si intreccia con la musica… ed è voce d’Africa, qui a piazza Vittorio, cuore della Roma multietnica…
Ascoltando Badara Seck, artista senegalese che canta la fratellanza… Sembra venire dalle profondità del mondo il suo canto… magia di Griot che, come d’antica mai interrotta tradizione, è da sempre voce che parla per noi con gli spiriti invisibili. Un ponte fra noi e loro…
Un canto che è ritmo pulsante di terra, cullato dall’onda delle percussioni di Ismaile Mbaye, dai suoni di kora di Aliou Djembele, e da un dolcissimo coro di giovanissimi, il Coro Multiculturale Quinta aumentata, diretto da Attilio di Sanza..
Cantava padre David Maria Turoldo:
Tempo è di unire le voci
di fonderle insieme
e lasciare che la grazia canti
e ci salvi la Bellezza
Come un tempo cantavano le foreste
tra salmo e salmo
dai maestosi cori
e il brillio delle vetrate
e le absidi in fiamme
Già, ci salvi la Bellezza… erano bellissimi, erano bellissime le ragazzine del coro, a fare da ala ai movimenti danzanti di Badara Seck. E quando il suono dei tamburi è sembrato tutto sovrastare e gonfiarsi, e salire salire salire… mi sono chiesta se l’hanno infine ascoltata, quella preghiera, se l’hanno vista tutta quella bellezza, gli spiriti invisibili… che vengano a salvarci …