E meno male che c’è chi scrive fiabe. E meno male c’è ancora chi insegue sogni perduti…. Appena passate due serate in poltrona leggendo “Dove le stelle pasticciano il cielo. Alla ricerca dei sogni perduti”, di Gaetano Antonino Marino. E che volete, a me le fiabe sono sempre piaciute, e quanto più classiche sono…
“Tante sono le storie fantastiche. Storie di cui nessuno sa quando siano cominciate né da dove siano arrivate, e questa è l’unica certezza”.. Inizia presentando così la sua ultima raccolta di fiabe, Gaetano Marino, l’affabulatore di Parole di Storie… E ancora, leggendo leggendo, sembra di sentirle pronunciare dalla sua voce, queste storie fantastiche che ora ci regala…
Sette racconti, per sette sere mi viene da aggiungere, per addormentarsi rassicurati da un “e vissero felici e contenti”, ma anche col tremore (che male non fa) di quel mondo di mostri e malvagità che pure le attraversano…
Attingono al mondo classico i racconti fantastici di Gaetano Marino, con i suoi principi e principesse, fanciulle povere e maltrattate, matrigne crudeli, animali prodigiosi e cieli stellati… dove si affaccia un magico Coniglio grigio che ha una certa fretta, e come non pensare a Bianconiglio di Alice… e dove c’è chi provvede a crearselo da solo l’uomo dei suoi sogni, e come non pensare a Smalto splendente del Basile, che rimanda, diciamo la verità, a un sogno segreto di tutte noi… Perché le fiabe sono patrimonio di tutti, sempre sono e sempre saranno… E’ sempre un piacere lasciarsene avvolgere, e seguire i nuovi percorsi, i nuovi intrecci, come questi che narrando narrando Gaetano Marino crea… e sembra di sentire la sua voce birbante e ammiccante, se… “lo so, c’è sempre un’ampolla di cristallo in tutte le fiabe, ma non possiamo farne a meno…”…
E’ un piacere lasciarsene ancora sorprendere e avvolgere anche quando attraversano il dolore della morte, e se i sogni si avverano oltre la vita “noi non potremo mai saperlo, a meno che non si creda ancora nelle fiabe..”
Le fiabe, che sempre sono… Ancora dunque, nei racconti fantastici di Marino, si amano i principi, principi salvatori, ci si lascia maltrattare da sorellastre, si passa attraverso le fauci del lupo cattivo, si muore… e ci sono mostri e paura e anche crudeltà, c’è il male del mondo, di tutto il mondo… anche quando i nomi dei luoghi rimandano a panorami isolani… e c’è ben di che nascondersi tremanti sotto le coperte…
Naturalmente scherzo… ma pure mi viene in mente una polemica (serissima, questa sì…) che ogni tanto riemerge per mettere sotto accusa le fiabe, gli stereotipi che inculcherebbero, i mostri che terrorizzerebbero i bambini, eccetera eccetera…
La risposta, serissima anche questa, la ritrovo in un ritaglio di giornale (sempre ne conservo di argomenti che mi interessano, e sulla distanza riemergono preziosissimi) de Il sole 24 ore di domenica 11 aprile del 2010. In risposta dunque a tanta voglia di “politicamente corretto” e alla volontà di censura nei confronti di paura e crudeltà, ripropongo l’intervento di Antonio Faeti, fra l’altro scrittore, pedagogista, titolare della prima cattedra di Letteratura per l’infanzia in Italia: censurare le fiabe “… è una forma di delinquenza pedagogica, perché prosciuga la dimensione dell’alterità. Creare, invece, significa poter guardare il mostro in faccia, vedere la paura e riuscire ad affrontarla. (….) Semmai è il telegiornale che va vietato, perché è la più tetra e spaventosa narrazione che vada in onda a livello incontrollato. La brutalità della fiaba del telegiornale non ha alcuna attenuazione e fa male davvero. E questo non è proprio un paradosso”.
Pienamente concordando… ritorno alla ricerca dei sogni perduti… lì, dove le stelle pasticciano il cielo…