A proposito di donne, a proposito di uomini, a proposito di relazioni pericolose, a proposito di corpi e mercimonio e della spaventosa cultura che ci viene propinata tutti i giorni, a proposito della manifestazione di oggi, in piazza per chiedersi cosa stia mai succedendo, cosa è mai già successo, per dire in qualche modo “basta!”, una riflessione di Daniela Morandini.
“La storie fra uomini e donne si consumano per mancanza di trama. Gli inglesi direbbero -plot-. Per noi è più consono parlare di quell’intreccio che forma un tessuto, uno straccio, un damasco, una vela. Nei primi dieci anni del nuovo millennio, i fili di uomini e donne sono diventati cavi che non collegano. Non creano neanche cortocircuiti. All’interno di questi cavi corre un flusso di immagini seriali. All’esterno c’è una guaina isolante di proiezioni maschili, precostituite, ripetute all’infinito con l’assenso femminile. E’ un flusso che passa attraverso il tatto, ma è privo di contatto. Non ha né trama, né narrazione. Per Lighea, la sirena, un umanista rigoroso si gettò negli abissi. Per un angelo azzurro, un professore illustre sprofondò nella follia. Per l’acrobata di un circo un altro angelo scelse la terra. Sono storie antiche e moderne di uomini e di donne. Storie di libri, storie di cinema. Storie di ordinaria follia, destrutturate, ricostruite, inventate, falsificate, depravate anche, ma sempre storie. Perché senza trama, tra uomini e donne, non c’è narrazione. Né tessuto per uno straccio o per una vela”.