Di Daniela Morandini questo pensiero per “Desvìos y encuentros”, devianze e incontri, che è il primo album da solista di Alexis Lefevre, musicista di origini francesi, cresciuto a Positano, ma cittadino del mondo. Per chi volesse saperne di più… www.alexislefevre.com, intanto invito a leggere
“A Positano lo ricordano quando, ancora guaglione, suonava il violino davanti alla Chiesa, o sulla scala dei leoni, o al Fornillo, un pezzo di mare tra due torri saracene. Alexis ha un legame fortissimo con quella terra del Sud ma, a diciotto anni, dopo un’impronta classica, se ne va. Vuole trovare altre note. Arriva a Buenos Aires: suona con Luis Salinas, e contamina a musica tradizionale sudamericana, con le improvvisazioni del jazz contemporaneo. Non basta: nel 99 torna in Europa e va a Siviglia. Le sue incursioni nel flamenco iniziano alla Carboneria, quel locale tra i vicoli di Santa Cruz, dove si respira un’aria gitana, e l’anima zingara segna le facce dei musicisti. Era in quella taverna che poeti, artisti, e personaggi della notte, avevano trovato rifugio nell’ultimo periodo franchista. Tra quei tavoli di legno, si sarebbero visti anche Pete Seeger e Frank Zappa. A Paco Lira, l’anima della Carboneria, Alexis dedica la sua “ Calle Levies 18”, la strada dove ci si incontra. In poco tempo, è al fianco di Vicente Amigo, di Juan Carlos Romero, di Tomatito. La sua ricerca continua, trasversale: (…) compone musica per le coreografie di Javier Baron e di Ruben Olmo. Nel 2007, con Pablo Martin Caminero, José Quevedo, e Paquito Gonzalez, forma un gruppo: gli “Ultra Hight flamenco”. Nascono due nuove produzioni indipendenti: Uhf e Bipolar. E, mentre portano i loro concerti in giro per il mondo, lavorano già al terzo album.
Esce intanto questo primo cd da solista: Alexis compone,suona viola, violino e chitarra, sua è anche la voce:
“Como puede ser?…?” sono tra le poche parole del disco, che si inseriscono tra le note, come uno strumento.
Con lui ci sono Pablo Martin Caminero ,Paquito Gonzalez , Martin Bruhn , Francesco Manna,Alvaro Gandul e Mavi Lopez Jurado.
E’ una scrittura musicale che estrania ed incanta allo stesso tempo. Da leggere e rileggere, come un libro che si spera non arrivi mai alla fine. Un concerto da ascoltare e riascoltare per scoprire pennellate di colori nuovi. Una medicina per l’anima, forse. Sono sonorità che scavano, smontano e ricompongono gli accordi di un violino raro. Sono note che raccontano un viaggio iniziato in Francia e continuato tra i mari delle sirene. C’è persino un momento in cui il rumore delle onde si intreccia alle corde della chitarra.
Sono luoghi della memoria, ma anche della mente: Chiesa Nuova, ‘ a marina, Fornillo. L’estetica di Alexis è nuova, carica di Mediterraneo, di America Latina, di Andalusia ,ma anche della voce di un bimbo piccolo: il suo. E’ la Berceuse, la ninnananna, pour Santiago. Ma soprattutto c’e la strada, ci sono tante strade.
Tra i ringraziamenti di copertina, c’è anche quello per sua madre:
“Por animarme a tocar en la calle, my mayor escuela”.
“Como puede ser ?…”ci si chiede.
Può essere, con questo disco.
Daniela Morandini