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    de profundis…

    Riprendendo in questi giorni in mano il “De Profundis”, lunghissima lettera scritta da Oscar Wilde dal chiuso della prigione di Reading… ricorderà, chi l’ha letta, quanto la lettera scavi nel profondo dell’anima dello scrittore, quante provocazioni intellettuali ci regali… Ora che con persone che sono in carcere scambio da tempo parole, e qualcosa in più so di quello che comunque ho avuto abbastanza immaginazione per vedere… ad ogni pagina ritrovo verità che sono le stesse di sempre… rivedo sguardi lontani che pure solo ieri ho incontrato… pagina per pagina, vorrei raccontare e confrontarmi… a cominciare da una risposta che ho trovato allo stupore che ancora mi prende, all’angustia che provo quando con le storie che ora conosco provo a bussare alla porta di chi ( ma ch sprovveduta!) ho immaginato vicina al mio sentire… Ecco: “I poveri sono più saggi, più caritatevoli, più gentili, più sensibili di noi. Ai loro occhi la prigione è una tragedia nella vita di un uomo, una disgrazia, un fatto che suscita la simpatia degli altri. Parlano di chi è in carcere come qualcuno che è semplicemente “nei guai”… espressione che contiene la perfetta saggezza dell’amore. Con le persone del nostro rango è diverso…”

    Il nostro rango di … agiati?… borghesi? … presunti intellettuali?… Guardandoci intorno, guardandoci dentro…

     

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