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    Davide… Ivan…

    Pronunciare il nome, il proprio nome… presentandosi a qualcuno e diventare per quel qualcuno persona non più sconosciuta…
    Può sembrare cosa banale, ovvia. Nella fretta consueta dei nostri chiacchiericci… Dimenticando che il nome, se è certo segno di identificazione, quando pronunciato è anche svelamento della dimensione profonda dell’individuo. Se c’è un potere della parola pronunciata che fa vivere o morire. E consegnarsi all’altro con il proprio nome diventa offerta del sé, atto enorme di fiducia che chiede di essere riconosciuta…
    L’offerta del proprio nome, consegna del tutto… Soprattutto da parte di chi ha poco o nulla… per chi si muove semiclandestino lungo i margini delle nostre strade…
    Davide e Ivan, due nomi, due persone incontrate per strada… e con questo ricordo pieno di tenerezza voglio concludere quest’anno, per tanti versi crudele…

    Nel settembre dello scorso anno... un omino si aggirava per il quartiere… fuggito chissà da dove… capelli folti, ricci, scuri… piuttosto scuro il volto… sempre composto nella sua giacchetta tipo sahariana. Chiedeva cortese qualcosa. Ma soprattutto chiedeva, senza chiedere, parole, lui che alla mia domanda da dove venisse la prima volta ha risposto “da molto lontano”. Così, un giorno dopo l’altro, una frase dopo l’altra smozzicata… veniva da Torino, dopo un po’ sperava a Torino di poter tornare, perché in questa città, la capitale, non riusciva a orientare la sua povera vita. Ma soprattutto aveva paura, paura di altre persone come lui… paura di essere aggredito, dormendo in strada, ma anche nei ricoveri, paura della polizia, che chissà…
    Un giorno era arrivato senza più i suoi arruffati capelli. E aveva detto contento che era stato dal barbiere. Si vede, avevo pensato, che i volontari cui l’avevo segnalato, riuscivano in qualche modo a seguirlo…
    Una frase al giorno, ci tenne a farmi sapere che aveva avuto una volta una moglie…
    Dettagli, che mi consegnava a tratti, contento che qualcuno li accogliesse.
    Finché un pomeriggio, mi è venuto incontro e guardandomi fisso negli occhi, con sguardo che mai dimenticherò…
    “Io mi chiamo Davide…” mi ha detto senza incertezze, così definitivamente consegnandosi.

    “Chiamatemi Ismaele“. Mi è venuto in mente il celebre incipit di Moby Dick. Annuncio di un’infinita narrazione…
    Quella notte c’è stata una gran pioggia, e il giorno dopo ancora… Non l’ho più visto. Voglio pensare che i volontari ai quali mi ero rivolta siano riusciti a convincerlo ad andare con loro. O che sia riuscito a prendere il treno per Torino, lontano da questa città a lui ostile…

    Alcune mattine fa… In una delle traverse qui accanto c’è un uomo. Spazza via le foglie morte dal marciapiedi. Cinquanta/sessanta anni? Ma forse quaranta di una vita che potete immaginare. Non è la prima volta che lo incontro.
    Si giustifica, garbato e un po’ vergognoso, col suo accento dell’est, che non ha lavoro… e quella mattina, che in fondo siamo sempre in aria di Natale, gli ho dato 5 euro…
    Che mai se lo sarebbe aspettato. Ha ringraziato sorpreso… Abbiamo scambiato due parole… mi ha detto che conosce il ragazzo di colore che da tempo fa lo stesso lavoro due isolati più avanti (e in zona l’abbiamo in qualche modo “assunto”, che tiene ben pulite le nostre strade)… me ne ha ricordato il nome, quasi referenza per sé…
    E poi sorridendo mi ha affidato il suo, di nome, con il tono di chi offra qualcosa di prezioso, di intimo, di unico…
    “Io mi chiamo Ivan”, mi si è consegnato…
    Aggiungendo subito: “… ma non il Terribile!”. E ne abbiamo riso…


    Davide (che significa “amato”).. Ivan (rimando alla misericordia divina)...Se il nome è in qualche modo anche presagio, se in esso è segnata traccia del destino di chi lo porta, la speranza è che pronunciandoli e pronunciandoli e pronunciandoli, questi nomi, invocando un dio finora distratto, l’anno nuovo non sia sordo all’augurio che hanno in sé…

    [Il quadro di copertina, un dipinto di Eugenio Azzola (al cui lavoro volentieri rimando https://www.laltrariva.net/openresonance/ )]




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