A proposito del nostro rapporto con gli animali… Paolo Rausa ci parla di come nel tempo si è in/evoluto… Ascoltate:
“L’uomo e l’animale: un rapporto che si è in/evoluto fino alla condizione attuale. Il mondo animale, e, non solo, anche quello vegetale sono stati assoggettati nel modo più drammatico che si potesse immaginare. E’ vero che siamo passati da un periodo in cui l’uomo ne aveva paura. Gli animali erano prede e voraci competitori, poi è sopraggiunto il fuoco, le armi e soprattutto l’organizzazione sociale. I rapporti si sono rovesciati. L’uomo cacciatore stabiliva un rapporto di bisogno con l’animale, che era in qualche modo sacro. Rappresentava un equilibrio, era il dio, il totem. Quando si abbatteva, si indossava la sua pelliccia per coprirsi, ma anche per ingannare gli spiriti che sarebbero intervenuti per vendicarlo. Questo rispetto si aveva anche nei riguardi di un albero patriarca. Il suo abbattimento per farne legna da ardere o per costruirsi la casa o imbarcazioni avrebbe turbato l’ordine dell’universo. Ecco perché occorreva cautela e soprattutto senso dei limiti nell’abbattere gli esemplari, quelli strettamente necessari alla sopravvivenza. Si vedano i bisonti/tatanka di “Balla con i lupi”, massacrati dai bianchi per profitto e per una mania sanguinaria. Poi è intervenuta l’agricoltura e l’allevamento, l’asservimento degli animali fino ai nostri giorni. Allevati in luoghi strettissimi che impediscono il movimento, trasportati al macello come si fa con i condannati a morte. E’ questo che accade. Molte specie di animali e vegetali si sono estinte. Altre completamente ridotte in schiavitù, al nostro servizio, da vive e da morte. Una quantità di carne eccedente la misura ci rende obesi in una parte del mondo, mentre nell’altra si muore per fame. Animali umani e non umani avrebbero potuto stringere un patto ma finora è prevalso l’uomo, il più forte, in una lotta allo sterminio che accelera la sua fine. “Se teniamo per buono anche solo un decimo di ciò che gli attivisti dei diritti umani vanno affermando, la moderna agricoltura industriale può a buon diritto essere considerata il più grande crimine della storia!”, dichiara amaramente Yuval Harari in “Sapiens. Da animali a dei. Breve storia dell’umanità”. Possiamo cambiare e invertire la rotta? Dobbiamo farlo! perché è in gioco l’esistenza della terra e di noi stessi!” Paolo Rausa