Un pensiero per chi è rimasto. Dopo la strage. Fra i detriti, dove affiorano cadaveri. Nei quartieri senza case. Nelle case senz’acqua. Senza luce. Negli ospedali senza più medici. Con ancor meno beni. Di prima necessità, come si dice. Che significa il minimo per sopravvivere. Meno di quel che serva per vivere. Magari cercando un minimo di senso. Per restare umani. Disastro umanitario, si dice. Diciamo. Senza chiederci cosa possa mai esserci di umano. Nel disastro. Della prigione di Gaza.