Ancora una fiaba. Cenerentola, dunque. Racconto della scalata sociale più stupefacente che abbia mai colpito la fantasia, come è giunta a noi nela rielaborazione di Perrault, la più conosciuta e amata delle almeno 345 versioni della storia. Fiaba dell’eterna attesa del principe, di donne divise fra il piacere di sogni danzanti e la mestizia dei compiti di sempre… C’era dunque una volta un gentiluomo che, rimasto vedovo, aveva sposato una donna superba e intrattabile. Essa aveva due figlie che le somigliavano in tutto e per tutto. Il marito aveva inveceuna sola figlia, ma di dolcezza e bontà senza paro, ereditate da sua madre che era la persona migliore del mondo… Inutile dire che la matrigna sfogava il suo caratteraccio sulla povera bambina… Era lei che doveva lavare i piatti e le scale, era lei che puliva la stanza della signora e delle due signorine sue figlie… Dopo che aveva finito i lavori andava a mettersi all’angolo del camino doce si sedeva sulle ceneri calde… La custode della cenere… sacerdotessa un tempo custode della vita del fuoco segreto, una delle cariche più prestigiose cui potesse aspirare. Ma dal tempio al focolare, il passo è stato breve, le più anziane donne di Entracque, ancora ricordano …Insomma, Cenerentola… ce ne è di più belle e obbedienti? Neppure Biancaneve, forse, arriva a tanto. Ma questa è un’altra storia… Dunque, bella e buona e obbediente, ma tutto questo non basta. Sempre maltrattata, a Cenerentola neppure è permesso di andare insieme alle sorellastre al ballo del figlio del re. Per fortuna che crediamo nei miracoli… La sua madrina che la vide tutta in lacrime le domandò che cosa avesse. “Vorrei… vorrei…” piangeva così forte che non poteva concludere la frase. ma la madrina che era una fata, le disse: “Vorresti andare al ballo, no? Ebbene, fai la brava e ti ci farò andare”. E le dà tutto quello che serve per entrare in società: un bel vestito, un viso ben truccato, delle scarpette di cristallo… E se Cenerentola può diventare una principessa, anche dei topi possono diventare cavalli e delle lucertole lacchè, per non parlare della zucca, trasformata addirittura in carrozza… E finalmente c’è tutto quello che serve per esistere e trovare un posto al fianco del figlio del re… Il principe le diede il braccio mentre scendeva di carrozza e l’accompagnò nel salone dove erano tutti gli altri. Allora si fece un gran silenzio, gli invitati smisero di danzare e i violini non suonarono più, tanto erano tutti presi ad ammirare la bellezza di questa sconosciuta. Si udiva solo, in un confuso brusio: “Ma come è bella!”
Allora, e ancora adesso… e già domani… d’Oltre Manica arriva un nuovo annuncio: Kate e il principe William sposi il prossimo autunno. Favole d’oggi…?
Scocca la mezzanotte, cenerentola deve andare via. L’aveva raccomandato la fata madrina. Deve andare via prima che la carrozza diventi di nuovo una zucca. e lei la povera bambina di sempre… Ma fuggendo, perde una scarpetta, che il principe raccoglie… e poi la cerca… lui vuole che sia sua… la insegue… lei ha lasciato una buona traccia… una scarpetta di cristallo. Ehm.. qualcuno non è d’accordo… le scarpe, dice, oggi non si perdono, si tirano dietro…
Torniamo alla nostra Cenerentola. Dopo pochi giorni il figlio del re fece annunciare che avrebbe sposato la fanciulla il cui piede sarebbe risultato giusto per quella scarpetta. Un piedino minuto e grazioso, quanto di più desiderabile. Che fa di Cenerentola la sposa perfetta. Morale della favola ( secondo Perrault) , la bellezza è un tesoro molto raro, ma quel che ognuno chiama ‘buona grazia’ vale assai di più. Ma, guardandoci un pò intorno, ci sembra immutata nel tempo la seconda morale che sempre Perrault propone: è senza dubbio di grande utilità avere coraggio, nobiltà, buon senso e altri talenti simili che sono doni del cielo. Ma tutte queste belle cose per la vostra carriera nella vita resteranno inutili se non ci saranno, a farle valere, padrini e madrine. Insomma, Cenerentole per sempre… Un momento! Forse anche questo mito si sta incrinando… acoltate la fiaba che si sta diffondendo in rete: “C’era una volta una ragazza che domandò a un ragazzo se voleva sposarsi con lei. Il ragazzo le rispose -No!-. Da quel giorno la ragazza visse felice per sempre, senza lavare né cucinare, né stirare per nessuno, uscendo con le sue amiche, e amando chi voleva e lavorando e spendendo i soldi come voleva”