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    Berlino, riprendendo il filo – 4

    Berlino, venti anni fa, solo ieri.

    Berlin 11.2.90. Adesso le due Berlino aspettano. Aspettano che il cancelliere Kohl torni a Bonn e spieghi. Ieri le due città hanno passato un giorno davanti alla televisione. Davanti alle immagini di Kohl e di Gorbaciov al Cremlino. Perché a Mosca si sta trattando il futuro della Germania. Per il momento, non ci sono prese di posizione dei partiti. Ma intanto la Berliner Bank non accetta più di cambiare i marchi tedesco orientali. Le notizie sulla bancarotta della DDR hanno provocato un enorme movimento di denaro, che ha costretto gli sportelli a chiudere. La SPD dell’Est – i socialdemocratici – accusano il governo di Bonn di gestire la politica tedesco orientale, come se la Germania Est fosse una cosa propria. A Berlino Est, in piazza,  per la prima volta si e’ manifestato contro Gorbaciov. Riunificare sì, svendere no. Soddisfatto, il cancelliere Kohl scende dall’aereo che, da Mosca,  lo ha riportato a Bonn. Ripete che l’incontro con Gorbaciov e’ stato  -storico-.  Subito, le critiche di Vogel, il presidente dell’SPD, i socialdemocratici. Sostiene che Gorbaciov non avrebbe detto niente di più di quello che già aveva detto al primo ministro Modrow. Storico o no, l’incontro di Mosca e’ al centro della discussione alla Camera del Popolo di Berlino Est. La riunificazione piace, ma c’e’ anche paura di una svendita. I negoziati  inizieranno subito dopo le elezioni  del 18 marzo, in Germania Est. E il ministro degli esteri occidentale Gesher, entro l’anno, presenterà il progetto della Conferenza Paneuropea. Ci sarà un negoziato ristretto, con i rappresentanti delle due Germanie e delle quattro potenze vincitrici. Contro la paura di un quarto Reich, un comunicato finale: “Dalla terra tedesca non partirà mai più una guerra, ma solo pace”. 
    Berlin 13.2.90  Prima di andare a Berlino Ovest, Modrow  telefona a Gorbaciov. Perché e’ stato a lui che, per la prima volta, il leader della Perestroika, ha detto che la riunificazione e’ possibile.Nella borsa  di Modrow, primo ministro della DDR, un documento della Tavola Rotonda, i gruppi del dissenso che adesso sono in questo governo di unità nazionale. Chiedono un minimo di stabilità, almeno fino alle elezioni.
    Hanno anche parole critiche verso il governo federale: Bonn , dicono, cerca di indebolire la figura di Modrow e di mettere in crisi quelle poche certezze che sta cercando la Germania Est. Ma, soprattutto, la Tavola Rotonda, non da’ a Modrow un mandato per trovare un accordo sull’unita’ del Marco. Così  alcuni rappresentanti dell’opposizione, andranno con lui dal cancelliere federale Kohl .Per sostenerlo, ma anche per controllarlo. Il confine e’ molto sottile.

    Sembra un giorno come gli altri, qui a Berlino Est, davanti alla Volkskammer, la Camera del Popolo.
    Qui non e’ arrivata l’euforia per la riunificazione che il cancelliere Kohl ha portato a Bonn da Mosca.
    La  gente chiede la riunificazione delle due Germanie , ma ha anche paura di essere svenduta come un vestito fuori stagione. La Tavola Rotonda -i gruppi del dissenso in questo governo di unita’ nazionale- ha mandato a Bonn il suo primo ministro Modrow  senza mandato per trattare l’unita’ del marco. Il confine tra la volonta’ di sostenerlo e quella di controllarlo e’ molto sottile. Anche perche’ qui la sua popolarita’ sta scendendo. In piazza, a Lipsia,alla solita manifestazione del lunedi’ , hanno chiesto ancora la sue dimissioni.
    Ma, soprattutto, oggi lo Spiegel  (l’autorevole settimanale della Germania Ovest) scrive che Modrow era d’accordo per un possibile intervento militare a Lipsia. Un intervento ,evitato all’ultimo momento, che avrebbe potuto trasformare la citta’ tedesca in un’altra Tienanmen. (cortesia di Daniela Morandini)

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