Riprendendo il filo del racconto di Berlino. IL 2 febbraio del 1990, accade che…
“-Per una Germania unica- e’ lo slogan delle piazze di Lipsia, di Dresda, di Berlino Est. Di gran parte del dissenso della Germania Orientale. Ma, questa volta, a dirlo e’ anche Hans Modrow, il primo ministro della DDR. All’improvviso a Mosca, Gorbaciov gli ha detto che adesso si può. Le due Germanie possono tornare ad essere una sola. E cosi’ Modrow, tornando a casa, rilancia: prima l’unita’ contrattuale, economica e monetaria,poi la confederazione -con organi parlamentari comuni-; e uno stato tedesco unico in forma federale. Quindi, un solo parlamento, un solo governo, una sola costituzione, una sola capitale: Berlino.
Fin qui potrebbe assomigliare al piano dei dieci punti, presentato da Kohl, il 28 novembre, ma c’e’ una differenza sostanziale: la neutralità. Modrow sostiene che la Germania unita dovà’ essere un paese militarmente neutrale. E questo non piace al governo di Bonn: e’ una condizione che ha sempre respinto. Il cancelliere Kohl ha già molti dubbi. Ma – ha detto – preferisce parlarne dopo il 18 marzo, dopo le prime elezioni libere. E adesso i tedeschi si spaccano proprio sulla riunificazione. La nuova SED prende le distanze da Modrow, che oltre ad essere il primo ministro, e’ anche il numero due partito. Il Newes Deutchland, il vecchio giornale stalinista, ora post comunista, questa mattina scrive che l’unificazione non e’ possibile subito. L’organo del partito prende adirittura la distanze da Modrow, specificando che quelle che ha espresso sono posizioni soltanto sue. Questo vuol dire che dentro alla nuova Sed, ci sono già spaccature, confusione. Intanto Ghisy, il giovane segretario comunista, sta andando a Mosca per parlare con Gorbaciov. All’Ovest, prima di partire per Washington, dove incontrerà il suo collega americano Baker, il ministro degli esteri federale Gensher spiega di essere contrario ad una Germania neutrale” firmato Daniela Morandini, venti anni fa…