Esattamente, più o meno venti giorni fa. Marrakesh. E’ svegliarsi al mattino al canto degli uccelli del cortile di un riad. Dove mani silenziose accudiscono, puliscono, preparano. Dove ogni cosa è perfezione e armonia. E’ tempo tessuto intorno allo spazio cortese di un giardino di palme che è cuore della casa. Che è luogo aperto allo spazio dell’aria. Che è via di comunicazione fra il dentro e il fuori, e parla direttamente con il cielo. Marrakesh, esattamente più o meno venti giorni fa, nel riad di un signore venuto da Parigi, è avviarsi nel giorno con il canto al mattino di Grieg, ritrovare sul comodino accanto al letto letture di venti e più anni fa, aspirare con l’aroma della frutta sciroppata il tempo lento di tutta la tranquillità del mondo. Prima di varcare la porta, e buttarsi nel gomitolo affollato delle strade…