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    Angelica e Carmen

    Sempre a proposito di memoria…

    La settimana scorsa a Roma, nella Casa della Pace,
    testimoni del nostro tempo si sono incontrati per raccontare, dalle pagine della cronaca, fatti che sono stati censurati, distorti, o dimenticati… cosa che non è raro che accada. Sottotitolo dell’incontro, Donami le ali… Come dire ascolta, ma non fermarti qui, dà le ali ai racconti che hai
    ascoltato questa notte. Racconta a tua volta. Iniziativa davvero apprezzabile se se ne esce, come ne sono uscita, sapendo qualcosa in più, o ripescando nella memoria cose magari già ascoltate, ma forse distrattamente e forse a poco a poco rimosse. Come la storia di Angelica, raccontata da Miguel Mora, corrispondente dall’Italia per El Pais. Angelica, dunque, chi la ricorda più…  Angelica, la giovane rom accusata del tentato rapimento di una bambina.  E l’allarme che ne è nato (quanti allarmi negli ultimi tempi agitano i nostri giorni…), e la reazione di inaudita violenza, i pogrom di Ponticelli, e quelle terribili immagini che hanno fatto il giro del mondo. Si è parlato, allora, di guerra fra poveri ma, ricorda Miguel Mora, a Napoli tutti sanno che è stato un fatto di camorra. E ricorda anche che sul terreno ora sgomberato deve sorgere Palaponticelli,
    denunciata come una delle una delle più grosse speculazioni edilizie e commerciali che abbia mai colpito la città di Napoli. Lo sgombero dei rom, sembra, dunque, programmato da tempo. Bisognava, forse, solo trovare una scusa per sgombrare il campo…
    Ma vuole ricordarci, soprattutto, Miguel Mora, che Angelica, è ancora lì, nel carcere di Nisida. Ne ricostruisce la storia, svela le contraddizioni delle testimonianze che l’hanno portata in carcere. Angelica, che si dichiara innocente, è ancora in carcere. Condannata in tempi brevissimi in un paese dove la giustizia è lentissima e non c’è certezza della pena. In un paese dove purtroppo non è retorica dire che le regole
    valgono solo per i deboli. E ora chi si ricorda più di lei, di una zingara, in questi tempi cattivi…

    Una notte fredda e piovosa, la notte di “donami le ali”. Ma è valsa la pena di restare ancora, per godere di un dono bellissimo che Miguel Mora ci ha fatto. Che ha
    voluto, insieme alla storia di Angelica, parlare anche di gitane della sua terra,
    ballerine di flamenco, e di Carmen Amaya, una donna che “il ballo” lo portava
    dentro di sé. E regalarci infine un filmato della danzatrice di flamenco. Pochi
    minuti, infiniti di passione, e rabbia, e violenza anche. Ed eleganza, velocità
    e forza che sfidano il mondo. Pochi minuti a un ritmo da togliere il fiato. Il
    flamenco, altra storia zingara che abbiamo dimenticato. E se forse del flamenco
    s’è perso l’antico sentimento religioso, i passi di danza di Carmen Amaya sembravano muoversi sul sentiero delle divinità impazzite che, danzando, crearono il mondo…

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