Vittorio da Rios ci manda una bella lezione di Storia, e non solo…
“Ricordo ancora come fosse ora, ero bambino una mattina del 1957 mi aggrappai alla gonna di mia sorella che partiva per raggiungere il suo amato in Canada che era partito due anni prima.La tragedia nazifascista che aveva devastato l’Europa e parte del mondo era terminata da 12 anni, ma molte erano ancora le macerie e la devastazione presente sul territorio del nostro paese.Poco più di vent’anni aveva mia sorella mai uscita dal Veneto che partiva per il “nuovo continente” un’avventura che sembrava trascenderla annichilita e impaurita quando vide la nave che con un viaggio che durò più di un mese la portò in una terra lontana e per lei sconosciuta. Bambino avevo intuito che quel distacco era definitivo, o quasi. la rividi 12 anni dopo già con quattro figli.La grande emigrazione a cavallo tra il dopo guerra e gli anni tra i 50 e 70. una moltitudine di donne e uomini emigrati in Canada,Australia,Argentina,e il Part Time in Svizzera, Adattarsi ad ambienti diversi,a culture differenti,spesso ostili e poco includenti e sempre il guardare l’altro che arrivava da lontano spesso con disprezzo e superiorità.Pochi rammentano che il nostro paese aveva in tutti gli anni 70 il più alto numero di clandestini sparsi nel mondo tra i paesi europei.con tutti gli effetti determinati da quello che definiamo Razzismo comporta.Ci siamo dimenticati della “valigia di cartone” degli emigrati del Sud del paese e i molti cartelli appesi con la scritta: non si affitta ai meridionali,Costretti a vivere in tuguri assiepati privi di servizi igienici.la più ignobile e inumana forma di razzismo.ma anche questo “è stato” nella nostra storia recente.In “Merica! Merica”! di Emilio Franzina il più grande storico della emigrazione italiana a partire dal fine ottocento fino agli anni 80 del novecento ci da un’idea di cosa sia stata l’epopea che ha riguardato milioni di connazionali costretti a emigrare da condizioni di miseria che regnava in molte realtà dell nostre campagne al sud come al nord.Illuminante questa lettera spedita da Marsilia da Giovanni Bagio il 16 novembre del 1877 ai famigliari in San Piero in Giù provincia di Padova,Nel pubblicarla assieme a tante altre di contadini veneti Emilio Franzina ne mantiene intatta la scrittura “originaria” Scrive il Bagio: carissimi figli e mio caro zenaro dominicho io vi facicio consapevoli che noi tutti siamo vivi ma che siamo in un grande avelimento per noi tutti, che sono 4 giorni che siamo in questa cità che il bastimento sono a vela e siamo traditi da noi stessi perchè il nostro buon sindacho con tanta pazienza ed amore ce lo anno fatto sapere ma via su questo punto ancora pazienza, ma quello che è più e che nel bastimento diversi ci manifesta che in quello non vi può stare che 300 persone e invece ne sono più di 800 che siamo fissi come le sardelle il vivare è pessimo che si minaccia in breve tempo la morte….continua. Giovanni Polese di San Polo di Piave Treviso scrive da Sao Carlos do Pinhal San Paolo Brasile il 25 settembre del 1888 tra l’altro al “Socero: Vardate bene che la Merica non sono come Litalia massima nel Brasile sento a dire che vi sono delle provincie che stanno bene ma tormenti dapertuto. Insomma io non so spiegarmi meglio. Rangiatevi voi che io non voglio essere colpevole per niente, che stando a casa ha un effetto e venindo fuori le un antro Ci vuole,pazienza e coragio perché se sogieti a tante tribolazioni nel dormire e nel mangiare. Scusatemi se o scrito male , ma bisogna scrivere di note.E sempre il Polese l’otto febbraio del 1889 scrive al Socero e padre: … adesso non si sente altro che maledizioni, perchè questi che viene adesso sono desfurtunati che sono molta gente che viene all’Italgia. In migrazione a San Paolo sono 11 mile emigranti e dorme per tera, fissi come le formige, e mangia male e fanno maledizioni, luomo maledisse la dona e la dona maledisse luomo. E i tanti vende il suo per venire nel Brasile, e pi si trovano male e restano inganati. Qui sotto il nostro padrone sono ritrovati 8 famiglie ma anche quele maledisse quela volta che sono partiti, che sono morti tanti dala varola ” Vaiolo” e i picoli ano portato il caldo ” mal sopportato e risentito”del bastimento e more quasi tutti. “Fonte: Cronaca Americana in Il “Contadino” n.6 31/03/ 1889.Da questi brevi brani di lettere di contadini veneti emerge tragicamente similitudini con l’oggi, il ripetersi pur in contesti diversi e ancorché più gravi e tragici della storia che è storia di sofferenza, morte, difficoltà di inclusione quindi razzismo e odio nei confronti dell’altro che proviene da altro luogo rispetto a quello che tu vivi e sei radicato.Quanti emigrati Italiani della prima grande diaspora del fine ottocento hanno trovato la morte nell’Oceano e nelle fazende dove lavoravano e nei luogo dove venivano raccolti veri Lager? E quanti sono i disperati imbarcati su un gommone o un natante insicuro che hanno trovato la morte nel Mediterraneo? Si ha una conta realistica? Certo che no! Sappiamo che sono migliaia e migliaia e quanti ne sono morti durante l’attraversata di zone desertiche provenienti da vari paesi in guerra fuggendo da fame e cataclismi, devastazioni e saccheggi di risorse per poi finire nei Lager Libici gestiti da bande di criminali che noi finanziamo e criminalmente rifinanziamo perché contengano le partenze per il continente europeo.di masse di disperati. E questo cos’è se non il peggior razzismo ancora più vergognoso e intollerabile perché quei cataclismi cosi devastanti e laceranti sui destini di milioni di creature umane soprattutto donne e infanzia,sono causati da noi soprattutto Occidentali con l’aver costruito i Crimini di Sistema.E questo è il peggior Razzismo quello economico.che non può che pesarci come un macigno sulle nostre coscienze.Credo comunque che il peggior crimine e razzismo sia quello del produrre armi,Miliardi di trilioni si spende nel mondo in produzione armiera Dobbiamo ridurre se non abolire il fabbricare armi,Gli arsenali sono pieni di armi atomiche e super tecnologiche atte a annientamenti di massa.Se ne parla a sufficienza si denuncia tutto questo? I potenti, i proprietari universali sono convinti che basta un esercito di trenta milioni di uomini iper armati per mantenere tale criminale disordine? O prima o poi tutto questo sistema imploderà e i segni ci sono tutti come testimoniano le enormi manifestazioni in America Latina, e in molte parti del mondo Raul Zibechi riferendosi al ciò che sta accadendo in America latina parla di Crisi irreversibile da “Estrazione” soprattutto del Petrolio,Per non aver saputo da parte delle classe dirigenti in molti paesi di “creare sistemi produttivi” su larga scala compensativi delle crisi periodiche e ora sistemiche del mercato petrolifero.Un caro saluto e ovviamente infiniti ringraziamenti a Francesca.