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    Una risposta per Nicholas

    In via dei Tigli arrivano lettere… storie private che vogliono essere ascoltate.. come questa che mi manda Gino Rannesi, dal carcere di Opera… parla diuna giornata della scorsa estate… una giornata davvero difficile.

    “Oggi per me è stata una giornata molto dura. Stamattina ho fatto 3 ore di colloquio, tra i presenti, come sempre, l’unico grande amore della mia vita. Nicholas è il suo nome. Nicholas è mio figlio, ha 10 anni, la sua nascita è stata fortemente voluta.

    Nicholas, è stato concepito con il metodo FIVET (fecondazione assistita), a suo tempo mi trovavo detenuto presso il carcere di L’Aquila e sottoposto al regime del c.d. carcere duro, il 41 bis. Ciò nonostante grazie a uomini di buona volontà sono riuscito a fare “evadere” una parte di me, una sostanza organica composta da una moltitudine di spermatozoi. Questi arrivati a destinazione hanno fatto il proprio dovere, a distanza di 9 mesi mi trovai tra le braccia il bambino più bello che i miei occhi avevano mai visto, Nicholas per l’appunto.

    Quello per me è stato un giorno memorabile ma in cuor mio sapevo che ci sarebbe stato un prezzo da pagare, sapevo che prima o poi qualcuno mi avrebbe presentato il conto. Orbene, stamattina quel tanto temuto conto è arrivato, salatissimo. (…)Nel colloquio di oggi si sarebbe dovuto parlare della cerimonia  che ha visto Nicholas fare la prima comunione, così è stato,  ma sino ad un certo punto però, d’un tratto Nicholas interrompendo sua madre che stava illustrando lo svolgimento della cerimonia disse: Papà! Risposi: Dimmi,  amore mio. Riprese: Il mio compagno di scuola Roberto dice che tu ti trovi in carcere perché sei un ladro!

     Che ve lo dico a fare, quanto ebbe a dire Nicholas ha lasciato di stucco i presenti, ma per me è stata una pugnalata al cuore. Altre volte Nicholas mi aveva messo in difficoltà: “Quando vieni a casa mia?-Da quanto tempo ti trovi in questo posto? Ecc”. Ma adesso iniziano i veri problemi, Nicholas deve confrontarsi con la società. Dopo un iniziale smarrimento raccontai a Nicholas che il suo papà si trova in questo posto per una lite che poi è degenerata in cose brutte. Lo rassicurai sul fatto che il suo papà non è un ladro. Sarà cura della madre di informare i genitori del piccolo Roberto del fatto che il papà di Nicholas non è affatto un ladro ed inoltre che in carcere non ci finiscono solo i ladri. Sovente riduciamo il nostro prossimo al suo difetto, diciamo: quello è un ladro. Non affermiamo: è un uomo che ha rubato. Noi vogliamo solo che rimanga ladro. Fanculo!

    Se è vero come è vero che il carcere così come anche il Parlamento rispecchiano la nostra società, beh, allora, con la dovuta premessa di non essere stato un santo, devo dire che non accetto di essere giudicato da tutti coloro che non pagano le tasse, da tutti coloro che pensano che un ultra 70 possa avere delle attenzioni per delle ragazzine anche se poco più che diciottenni, da tutti quei vigliacchi che a vario titolo usano violenza nei confronti delle donne, dai magnaccia, dai corrotti e corruttori, dai pedofili, etc. Ai pochi rimasti dico: “l’uomo non è il suo errore”. (Don Oreste Benzi)

    Opera luglio 2013

     

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