Leggete questa cronaca, di Alessandro, Alessandro Forlani, collega di GR Parlamento, amico che a volte incontro e insieme proseguiamo il viaggio quotidiano sul trenino da Flaminio a Saxa Rubra, insieme alla sua bellissima Asià…
“Oggi ho incontrato Papa Francesco e vi racconto come.
Stamattina a Roma alle 11 c’era il saluto del Papa agli operatori dei media ed ero incerto se andarci o no. La bambina non era in forma perfetta e mi dispiaceva di lasciare da sola mia moglie anche al sabato. Poi, anche su sua insistenza, sono uscito di casa. Arrivo all’ingresso del Vaticano verso le 10,20 e mi metto in fila. La security mi dice subito che probabilmente con il cane non potrò entrare, ma mi dicono che chiederanno agli addetti vaticani. Dopo una decina di minuti mi danno il via libera e una guardia svizzera mi accompagna fino all’ingresso della sala Paolo VI, dove si deve tenere l’incontro. Sono le 10,40 e mi fanno accomodare di fianco alla prima fila. Il Papa arriva in anticipo verso le 10,55 e inizia subito il suo discorso. Dopo aver letto qualche riga, si mette a parlare a braccio della sua scelta di chiamarsi Francesco e del compito dei media. Compito difficile per raccontare la complessità, dice, compito che richiede studio e sensibilità, cose, penso, che entrambe ci mancano in pieno, visto che ci limitiamo a copiare quattro lanci di agenzia e non abbiamo in genere nessun rispetto degli esseri umani, che vivono dentro le notizie. Verso le 11,20 il Papa impartisce una benedizione collettiva e si alza per il saluto privato ad una cinquantina di persone scelte dagli organizzatori dell’evento tra i big della comunicazione. C’erano i direttori di Avvenire e delle tv cattoliche, quelli dell’Osservatore Romano e della Radio Vaticana, più il DG della RAI Gubitosi e qualche altro direttore straniero. Dopo qualche minuto, mi si avvicina un signore della sicurezza e mi dice testualmente: “dottor Forlani il Santo Padre desidera salutarla; vuole seguirmi”?(…) Proprio così; il Papa Francesco, che aveva detto che gli uomini purtroppo oggi hanno un difficile rapporto col creato, aveva visto Asià e voleva salutarla. Ho seguito la mia guida e ho pensato a cosa potevo dire di sensato e significativo. Il tempo è passato molto in fretta. Padre Lombardi, che faceva le presentazioni, mi ha introdotto come Alessandro Forlani, giornalista, e io sono riuscito solo a dire:”Buongiorno Santità”! Il Papa mi ha salutato con calore. La sua mano era calda, ne forte ne debole, un po’ paffuta. Ho fatto il baciamano di rito e ho chiesto al Pontefice se poteva darmi una benedizione speciale per mia moglie e mia figlia, che sarebbe stata battezzata tra pochi giorni proprio da un suo confratello gesuita. Lui ha risposto con molta simpatia e poi ha aggiunto: “e una benedizione speciale anche per il tuo cane”. Poi si è chinato ed ha accarezzato Asià con un gesto, le cui foto ora stanno facendo il giro del mondo. All’uscita ho dovuto rilasciare dichiarazioni a tutti i giornali, radio e tv del mondo, perché, come mi ha spiegato una collega di Radio Vaticana, ero l’unico giornalista non “papavero”, che lo avesse visto e gli avesse parlato. Ho capito allora e solo allora quanto forte sia stato lo strappo al cerimoniale operato da Papa Francesco. A tutti ho detto che l’impressione che ho avuto è la stessa che comunica dal pulpito: forte intelligenza e forte empatia, una grande mente e un grande cuore.”