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    Il guardiano dei morti

    “Domani è la festa di san Pietro.  Il prete mi dice che un morto ammazzato in paese prima della festa non ce lo meritiamo proprio. Annuisco, poi gli dico che non solo non ce ne meritiamo uno, figuriamoci due. Mi guarda, non capisce. “Il custode, aggiungo”..

    E a partire da un omicidio, la morte poco chiara del custode del cimitero, si dipana il racconto del “Il guardiano dei morti”, edito da Perdisa, scritto da Giuseppe Merico. Una storia nera, gotica… il protagonista è Mimino, che lavora nel cimitero del paese ed è in lutto per il padre, e questo lo porta a una terribile  follia… la profanazione dei morti… cosa cui si abbandona ma contro cui pure combatte…  E poi  c’è il mondo della criminalità, e ci sono tante figure dolenti: la mamma malata, di elefantiasi, un bambino con grave disagio psichico, Mirko, che forse porta, inconsapevole, il segreto del primo omicidio…Tutti personaggi di una reltà violenta di cui sono vittime e attori… attori minori però e sembrano destinati alla sconfitta… eppure Merico riesce a svelare un’umanità profonda… perché è il dolore, ci spiega, che conserva e svela l’umanità… Ed è questa umanità che apre alla speranza di salvezza. Mirko, con le sue crisi improvvise di follia,  non viene abbandonato né accusato, ma accolto dalla madre malata, dalla ragazza che Mimino in qualche modo ama. Mimino che pure una famiglia cerca di comporla, con Mirko e la prostituta del paese. I personaggi sono tanti: sembra un mondo spietato e surreale, che non ci appartiene,…  poi all’improvviso compaiono nomi di geografie reali…  Lecce, Brindisi…, ad esempio, che piombano come una scossa a ricordare che questo è anche il nostro mondo… Sì, dice Merico, sicuramente questo è assolutamente anche il nostro mondo…

    Vorrei sottolineare la figura del poliziotto, che segue il filo delle indagini … travolto e stravolto da questa realtà, lui che viene da fuori, ma poi alla fine trova un suo motivo di vita e di serenità anche nell’incontro degli anziani di una casa di riposo. Gli anziani, che a Merico fanno tanta tenerezza… e cui in qualche modo affida anche un possibile futuro. L’ultima immagine del libro: “… ma proprio tutti non possono far altro che guardare quella striscia di cielo azzurro che nasce dal grigio perché è da lì che viene la luce…, è lì che è custodito il segreto…” Insomma questa striscia di cielo azzurro.. cui guardare… nel grigio… per una storia gotica che però è come un tunnel, ferito da lame di luce e alla fine del tunnel non è buio… in fondo, forse,è ancora possibile trovare la speranza…

    Libro molto bello, una scrittura che non fa sconti, assolutamente da leggere, da perdervisi dentro… per, volenti o nolenti, ritrovarvisi… guardandosi dentro, guardandosi intorno…

     

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