Ancora una poesia, di uno dei ragazzi di Giovanna Cantoni. “Al mio fantastico amico”, ed è stata scritta da Emilio. Il suo fantastico amico è un ragazzo rom… ascoltiamo…
“Ho un amico magnifico, fantastico, / spinge la mia carrozzella per andare in classe; / mi fa salire le scale / e a volte a guardare dal davanzale: / è le mie braccia e le mie gambe. //Studia con me / e dice: “sono aiutato da te” .// Il mio amico fantastico / Rom, zingaro, nomade per tutti / per me gentile e caro / Luigi, amico assai raro.//Il suo popolo è riconosciuto da trent’anni/ anche se esiste da tremila anni./ La sua storia fa invidia: e le sue origini sono in India. / I Rom non hanno una terra / e non hanno mai fatto la guerra, / non hanno sfruttato nessuno / hanno sofferto emarginazione e digiuno.//Nel giorno della memoria, / quando si profonde l’oratoria, / dei Rom tutti si dimenticano / che migliaia ne ha uccisi il lager nazista / e gassati la furia razzista. / Nessun Rom ucciso ha un nome scritto in un libro, / a nessuno di loro è stato dedicato un monumento / quasi fosse un comandamento / dei Rom l’esistenza dimenticare / e ad altre cose pensare. / Il prof della Shoah ha parlato, / ho detto: “prof dei Rom ti sei dimenticato”. / “Che cosa c’entrano? / Degli Ebrei dobbiamo parlare, / degli Ebrei è l’olocausto”./ //Non ho risposto/ il capo ho nascosto /per la vergogna, / mi sentivo veramente alla gogna / per non essere andato fino in fondo / “scusami, amico, tu sei il mio mondo./ Per viltà non ti ho difeso / spero di non averti offeso”
Emilio adesso non c’è più. E forse il più bel ricordo, che ci lascia Giovanna Cantoni, della sua storia è l’immagine dei due amici, Emilio e Luigi, in prima fila ad ascoltare la conferenza sullo sterminio dei Rom che il padre di Emilio, per rimediare alla grande delusione dei due ragazzi, ha organizzato nel suo paese.