Sottoterra, ancora andando, al mattino quasi presto. Il giorno dell’Immacolata, in metropolitana alle settemmezza del mattino. Alle settemmezza del mattino, sottoterra, un giorno di festa, quasi solo volti colorati. Per lo più del Bangladesh, Indiani, cinesi, e qualche nero d’Africa. Un ragazzo sperduto con troller, un maturo signore con troller, una ragazza un pò assonnata, e i loro visi scoloriti, sparsi qua e là in mezzo a tutte le sfumature del bruno e del giallo. Un cinese sul sedile di fronte sembra dormire. Con la testa reclinata sulla spalla. Sembra dormire e sembra sognare. O forse non dorme, ma è lì piuttosto a trattenere un sogno, perché non fugga via. Strizza le palpebre come a metterlo bene a fuoco, quel sogno che forse sta già sfumando nella nebbia del giorno. E ancora sorride. Di piacere e di dolcezza. Sorride, di piacere e di dolcezza, anche quando li riapre, gli occhi. E chissà cosa ancora vede, intorno a lui… Accanto c’è un ragazzo nero d’Africa che dorme disteso. Occupando tutti e quattro i posti della fila. E il suo sonno è così profondo, che chissà non sia questo suo un viaggio infinito, avanti e indietro, avanti e indietro su un vagone di metropolitana. Ha le scarpe color argento. E mi piace pensare, abbia passato la notte danzando…