Pensiero d’inizio d’ottobre. Ce lo regala, con un ricordo, Gabriella La Rovere. Che, nelle ore della notte o di primo mattino (dipende!), leggendo, riflettendo, studiando, ha ritrovato uno scritto di Enrico Micheli, psicologo scomparso nel 2008 per un incidente in montagna, che ha avuto la fortuna di incontrare. Quello che segue, dice, sembra un testamento morale
“Alcuni basta ed un desiderio. Basta con l’organizzazione rissosa, approssimativa, accademica e corporativa delle conoscenze teoriche degli operatori del settore, per cui ciò che è cognitivo non può essere comportamentale, ciò che è relazionale non può essere cognitivo, e via dicendo in un eterno gioco che non permette di trasformare le conoscenze in abilità. Basta con i miti sulla scientificità, gli esami clinici e strumentali a cui si affida più di ciò che possono dare, cicli di terapie e riabilitazioni che si ripetono in una specie di eterno ritorno lasciando i soggetti, bambini e famiglie, spossessati del loro sapere e deprivati delle loro energie. Basta con la trascuratezza, che invece riserviamo all’organizzazione degli ambienti di vita e di lavoro, alla preparazione, alla formazione e al sostegno dei protagonisti coinvolti. Infine un desiderio: è il momento di raccogliere ciò che sappiamo e provare ad apprendere l’arte che da questo sapere deriva, dare mani, cuore e cervello al nostro sistema di conoscenze”.
Quanto ancora, dice Gabriella e noi con lei, ancora c’è da fare…